Caro Direttore di Elbareport Sergio Rossi, ho letto il suo gustosissimo a sciambere su di me e vorrei replicare sulla stessa falsariga surreale, pur consapevole di essere battuto in partenza: Lei con la penna-spada è invincibile, un degno erede di D’artagnan. Le ho preso a prestito il titolo a sciambere perché sia chiaro che anch’io scherzo, spero non se ne risentirà. D’Artagnan-Rossi come il suo antenato di fantasia darebbe la vita per il suo Re: più modestamente ai giorni d’oggi in Italia la sinistra. Che d’ora in avanti chiamerò il sinistro essendo Re genere maschile. Lei è di una fedeltà commovente verso il Suo Re, ne esegue gli ordini a sprezzo di ogni rischio e pericolo per l’incolumità intellettuale. Prendiamo ad esempio il Suo ultimo, lunghissimo a sciambere che mi dovrebbe sciagattare . Al convegno del 20 alla De Laugier avevo spiegato a Martini e Tozzi le ragioni dell’esistenza del vulnus istituzionale, della ferita inferta alla legittimità dell’istituzione pubblica Ente Parco con l’esclusione dell’opposizione dal direttivo che tutto deciderà dell’Elba: 5 consiglieri a 0 per il sinistro Re. Loro avevano avuto l’onestà intellettuale e l’intelligenza di rispondermi che in effetti così il Parco non andava bene e bisognava in qualche modo rimediare. Sennò ripetere come un mantra a tutti i presenti al convegno: “occorre una Governance partecipata, scelte condivise da tutti ” avrebbe significato ave’ scambiato tutti gli elbani pe’ ghiozzi. Dunque D’artagnan-Rossi su Elbareport mi diede ragione pur con il Suo inimitabile stile e scrisse che sì, il vulnus riferito da Martinenghi esisteva, anche se tutto sommato nemmeno poi troppo, poichè nel comitato scientifico – che a differenza del direttivo non decide nulla – un tecnico non sinistro si contava. Come in quella barzelletta di Enzo Biagi della signorina che va dal dottore a dirgli: “dottore, sono un pochino incinta” che a D’Artagnan-Rossi dev’essere garbata tanto. Ma quando i giornali pubblicarono la mia lettera aperta ai Presidenti Tozzi e Martini nella quale ricordavo il loro impegno alla De Laugier e spiegai che l’unico modo per sanare tale vulnus era lasciare almeno un posto nel direttivo all’opposizione, forse al Re la cosa non dovette piacere: “contrordine compagno” e subito D’Artagnan-Rossi impugnò la spada per scrivere un lunghissimo a sciambere contro di me. “Povero Martinenghi, volenteroso sì ma – ahilui - confuso ed impreparato come ci si può attendere da un simpatico bischerello che in gioventù si baloccava come attore con la macchina del tempo dei 3 Supermen. Grande D’Artagnan Rossi! Ora che leggiamo su TENEWS la notizia: “Tozzi prova a ricucire e chiama i Comuni scontenti….telefonata a quanto pare anche per Stefano Martinenghi, responsabile elbano di Forza Italia”, quale nuova acrobazia inventerà? Intanto abbiamo appreso che il DS Alessi ha comunicato all’ENEL che la questione dei tralicci all’Elba deve intendersi sospesa: è il miglior esempio possibile per capire l’immenso potere dell’Ente Parco riguardo le scelte strategiche per l’Elba che riguardano tutti noi. E’ bastato che dal convegno alla De Laugier emergesse chiara la volontà verso le scelte di energie alternative non oil – che i 5 del direttivo di sinistra hanno già deciso all’insaputa del resto dell’Elba – che il Presidente della Comunità Montana decidesse lo stop e lo comunicasse sic et simpliciter. Verrebbe da dire Urbi et Orbi. Mi pare bastino questi due soli esempi per chiudere senza troppe parole ogni questione: “ dichi, dichi, ‘n dichi nulla!” dicevano i vecchi, D’Artagnan-Rossi dovrebbe rammentarlo. Qualora agli incontri di Tozzi coi Sindaci non seguisse la nomina nel direttivo dell’Ente di un consigliere CDL vedremo di sapere il parere di qualificati legali, avendo cura di sceglierli fra coloro che non abbiano fatto gli attori in gioventù. A questo proposito sono grato a D’Artagnan-Rossi il riferimento che ha riaperto alcune felici pagine di gioventù divise con gli amici. All’epoca d’estate si faceva i bagnini a Fetovaia con gli amici Riccardo Rossi di Portoferraio e “Giulietto” Lupi di Chiessi – ma anche altri come Sergio Santucci, Ivano Noce, Franco Miliani, Giampiero di Pomonte, tanto per intendersi – poi d’inverno si andava in capo al mondo a fare gli attori nei film della serie de “I Fantastici 3 Supermen”. Ci sarebbe da scrivere un libro di memorie, o forse è meglio di no. A dispetto della comicità demenziale caratteristica di questi film – se all’epoca mio padre avesse conosciuto D’Artagnan-Rossi se ne sarebbe intellettualmente innamorato e certo gli avrebbe proposto di scrivere a quattro mani le sceneggiature dei suoi film tra risate e buone cene – ed a causa di questa, i Supermen sono divenuti dei “Cult Movies” venduti in tutto il mondo negli anni ‘60, ’70, ’80, come verificabile nei circa 100 siti internet dedicati ad Italo Martinenghi in diverse lingue. Ancora di recente abbiamo venduto i diritti TV alla RAI e DVD al Cecchi Gori Group. Se poi consideriamo i precedenti di Ronald Reagan e Swarzenegger, attori divenuti l’uno presidente USA l’altro Governatore della California, non posso che considerare superstiziosamente benauguranti le spadacciate di D’Artagnan-Rossi: io ero attore di serie C e mi accontenterei di molto, ma molto meno. Un caloroso saluto dal Suo affezionatissimo Stefano Martinenghi Caro Martinenghi Probabilmente "si è sbagliato nel confondersi" il lunghissimo "A Sciambere" a cui fa riferimento (come da sigla in calce) non l'ho scritto io ma uno dei Tiri Fissi (un'associazione non a delinquere ma almeno a sfottere che più o meno frequentemente interviene su queste pagine). Di mio c'era solo il commento finale (4 righe schiantate) e niente più. Non metto bocca sulla cinematografia e zone collegate e rispondo quindi solo per quello che mi compete, cioè alle critiche relative ad affermazioni che ho fatto in altri pezzi, a far capo dal "contrordine compagni". Desidererei in merito chiarirle intanto che sono maturo signore, testardo, indisciplinato e scorbutico, che si è trovato spesso nella vita a saltare controcorrente (pure da solo) ed a fare scelte non comodissime. Un tipo con un caratteraccio che gli ordini, non gli ha mai presi da nessuno (figuriamoci i contrordini) e che scrive quello che pensa (mi creda) tenendo in pochissimo conto il compiacere o il non compiacere a qualcuno. Le chiarisco che continuo a essere della convinzione (mi pare non da solo) che la furbata del "cappotto" del centrosinistra in Comunità del Parco, il non aver consentito l'elezione di un rappresentante del centrodestra, abbia rappresentato al tempo stesso un tradimento dello spirito della 394 (e successive disposizioni), una scorrettezza verso l'opposizione ed una micidiale puttanata politica. Ciò premesso quella brutta elezione non ha violato la legge (basta leggerla per rendersene conto) e la esorterei ad impiegare diversamente le sue sostanze (o quelle della sua formazione politica) rispetto all'incarico a qualificati giureconsulti. Dia retta a me quei soldi li investa in topini e castagnaccio, e magari, già che c'è, nell'acquisto del testo della citata legge. Già, perché, sempre a proposito di 394 e di puttanate, sarebbe opportuno che quella legge, caro Martinenghi, se la leggesse pure lei, scoprirebbe così alcune cose che palesemente ignora, come il fatto che i nominati per la componente scientifica (2 rappresentanti provenienti dagli atenei della regione toscana) contano esattamente come tutti gli altri membri del direttivo DI CUI FANNO PARTE. Anche qui si è sbagliato nel confondersi. La saluto
carta parco piano