L'amministrazione Comunale portoferraiese ha presentato oggi alla cittadinanza il Regolamento Urbanistico come dire che si sono esposte in maniera organica tutte quelle misure (e tutti quegli indirizzi) che erano trapelati o erano stati annunciati in un quadriennio denso nella storia dell'urbanistica cittadina. Dal necessario "affondamento" del pasticciato precedente strumento, fonte infinita di guai pure giudiziari per l'amministrazione portoferraiese (e per la cittadinanza che lo ha pagato e subito) alla reimpostazione del nuovo Regolamento, dalla filosofia di un fantasioso "diritto alla alla prima casa" che spingeva verso l'automatismo tra proprietà di aree e diritto di edificare, cioè nei fatti verso un'anarchica negazione dell'urbanistica, del governo del territorio, al "diritto alla casa" ed ancora di più verso la certezza di scelte indirizzate all'interesse della collettività. Certo tra l'affermare ed il fare c'è di mezzo l'attuazione. Per giudicare occorrerà vedere come si spalmeranno sul territorio i 41.000 metri quadri delle previsioni di superficie edificabile (che a noi sembrano comunque tanti anche se comportano un "risparmio" rispetto ai 90.000 del Piano strutturale), così come verificare la pertinenza e più ancora la coerenza delle 140 concessioni di "prima (edificata) casa" che a nostro avviso continuano ad essere troppe. Certo c'è un attenzione verso l'abitare sociale soprattutto testimoniata dall'impegno a svuotare gli Orti ed il Palazzo Coppedè, dagli insediamenti Peep e dall'esperimento dei 4.000 metri previsti per appartamenti da fittare a canone controllato, ma qui occorrerà vedere quanta disponibilità si raccoglierà tra gli imprenditori. Senza dubbio Amministrazione e progettisti hanno lavorato con il giusto intento di riordinare il territorio, di mettere le briglie a scelte disarmoniche degli scorsi anni, ma l'impressione, la prima impressione è che si sia ancora giocato in difesa (di quel che resta dell'ambiente in primis). E' chiaro l'intento di una riorganizzazione della Portoferraio fronte mare, ma non riusciamo a vedere uno sforzo comparato che tenda a far recuperare vivibilità, ad esempio, all'enorme quartiere dormitorio che si stende quasi senza soluzione di continuità sul lato ovest della variante dalla Consumella al Brunello, dove i punti di aggregazione sociale si contano sulle dita di una mano monca. Una zona commercialmente tributaria del mostro cresciuto alle Antiche Saline dall'altra parte dell'unico vero fiume elbano: il fiume di auto che scorre sulle due carreggiate della variante stradale. Ed ancora a proposito di traffico, riteniamo preoccupante che una buona parte di quelle migliaia di metri quadri di nuova edificazione (stendendo un pietoso velo sulla demolizione e riedificazione dell'ex-capannone ATL, la peggiore e più incolta operazione della giunta Peria) si scarichi su Via Carducci-Via Manganaro determinando un ulteriore congestionamento veicolare di una zona che è già al limite. Bisognerà viverlo questo regolamento, per vedere come andrà a finire, senza spocchia, con la permeabilità mentale necessaria ad accettare i suggerimenti che verranno dalla sua attuazione e ad accettare di apportare le conseguenti eventuali misure correttive.
Portoferraio dalle Grotte media