Ho letto nell'"A Sciambere" sui gabbioni portuali le considerazioni di Giovanni Fratini, che saluto. Negli ultimi tempi mi è casualmente capitato di girare per città portuali di una certa importanza: Genova, Messina, Siracusa e la stessa Venezia, e confermo quanto dice Giovanni, cioè che né a Venezia né in nessuna delle altre città c'è la minima traccia di simili strutture, che tra l'altro, oltre ad essere come dite giustamente del tutto inutili, mi viene il dubbio che possano essere anche pericolose: che succede se sulla nave alla fonda accade qualcosa che richieda l'immediata e tempestiva evacuazione del natante? Con le vie di fuga lungo banchina intralciate dai gabbioni minimo ci facciamo i crocieranti alla griglia! Altro che sicurezza, mi sa. Franco Gialdinelli Caro Gialdinelli Ho letto la sua nota con molto raccapriccio. Mi spiego. Non sono in linea di principio contrario all'antropofagia che, specie se praticata secondo il canone più classico, quello del divorare i bambini, è da considerarsi pratica ispirata da principi politicamente corretti, in quanto contribuisce sia al controllo demografico che alla soluzione del problema della fame nel mondo. Una convinzione che ho maturato non solo con una trentennale frequentazione delle sezioni comuniste, dove come è noto si usava arrostire i bambini, ma anche accostandomi all'opera di Jonathan Swift, autore di testi come "Gulliver's Travels" (I Viaggi di Gulliver, che perfino l'Assessore ha letto, e forse anche capito, ovviamente nella edizione Giunti-Marzocco ridotta e scritta con i caratteri grossi per l'infanzia). Swift (ritratto a sinistra) in un suo pamphlet dall'accattivante titolo "A Modest Proposal: For Preventing the Children of Poor People in Ireland from Being a Burden to Their Parents or Country, and for Making Them Beneficial to the Publick", proponeva appunto di dichiarare commestibili i bambini irlandesi di un anno che suggeriva di consumare “ ...stewed, roasted, baked, or boiled; and I make no doubt that - aggiungeva - it will equally serve in a fricassee, or a ragout.” (stufati, arrostiti, al forno o lessati, serviti in fricassea o col sugo) Ma lei non ragiona di teneri, rosati, profumati ed appetitosi pargoli, lei ci ha proposto l'orrenda immagine del buzzone texano in bermuda che schiaccia la sua epa contro le griglie roventi e sfrigola lanciando getti di grasso fuso come una salsiccia incicciata, ci ha proposto il danaroso nippone flambé, la coriacea vedova australiana rinsecchita dalla fiamma viva e via continuando. Perfino un giornale come il nostro, cotture così forti e crude non se le può permettere; la esorto quindi a non ripetersi più su questi registri!.
Jonathan Swift