«Aveva perso il controllo. Non si controlla un innamoramento, mi disse, non è possibile. E la divertiva che fosse potuto accadere in questo modo, con quest'uomo.» In "Follia", secondo l’autore, la passione e la pazzia sono strettamente connesse con l'arte, che, man mano che si sviluppa la vicenda, riveste un ruolo sempre più dominante, e accompagnano il lettore fra le pieghe più intime dei personaggi, creano immedesimazione prescindendo dal singolo stato mentale. Arte e follia vanno di pari passo e sono personificate nella figura dello scultore-paziente Edgar Stark, " Edgar dopo aver assassinato sua moglie, aveva fatto cose orrende con la sua testa"- racconta McGrath- "qui vedo una specie di simbiosi tra gli scultori e gli psichiatri, perché entrambi si occupano delle teste delle persone. L'arte la vedo molto vicina alla follia.” Simbiosi che diventa scambio di ruoli, di emozioni e di equilibri; le parole nascondono il limite, dissolvono i confini fra la regola e l’eccezione e fino all’ultima pagina, niente è inevitabilmente ciò che sembra. Siamo stati testimoni di un sogno o di una pazzia vera e propria, nessuna testa è caduta, ma non è stato facile amare quei monti viola che continuano a nascondere il prossimo crepuscolo e quel sorriso di fine estate del ’63. Mentre tutto si stempera nel ricordo. Quello che rimane è l’ansia incontenibile di scoprire cosa ci sia dietro quell’abbozzo a carboncino che rappresenterà sempre e comunque, la porta di casa. L'articolo completo nella sezione "Libro" Patrick McGrath FOLLIA Adelphi € 16,50
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