Torna indietro

Danilo Alessi: Quello che Martinenghi non ha capito

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 24 gennaio 2007

Mi spiace deludere Martinenghi nelle sue libere interpretazioni, ma nel passaggio del mio intervento al convegno di sabato, parlando di superamento del modello di crescita quantitativa basato sulla rendita, non avevo in mente gli affitti estivi né la loro demonizzazione, come egli sembra voler far credere. Se è innegabile riconoscere che tale modello ha garantito un diffuso benessere dal dopoguerra ad oggi, ci vuole l’intelligenza di riconoscere che tale crescita non può essere fisicamente estesa all’ infinito, che non è più competitiva nel mercato del turismo globale (vedi la crisi degli ultimi anni), che va qualificato quello che c’ è senza rinnegarlo (abusi a parte), che il territorio, l’acqua e le altre risorse vanno usati con parsimonia perché sono scarse e c’ è da pensare alla prima casa dei residenti veri di oggi e di quelli che verranno , che dà più lavoro e ricchezza diffusa un albergo di 40 stanze che 10 appartamenti da affittare (che risultano essere il 49,8 % dei 24.050 censiti dall’ ISTAT nel 2001). Questa è economia, non ideologia, come un imprenditore qual’è Martinenghi dovrebbe sapere. Il Piano del Parco, che va approvato rapidamente, e il regolamento urbanistico unitario (che mi auguro veda il contributo delle Amministrazioni di centro-destra che finora si sono tenute fuori), sono la base di uno sviluppo che non sega il ramo sul quale siamo seduti, che protegge e valorizza il bene primario della nostra economia: l’ambiente. Gli obiettivi comuni di Parco, CM, Enti Locali, credo siano quindi quelli della manutenzione e salvaguardia del territorio terrestre e marino da un lato e il sostegno alle aziende (dentro e fuori il Parco) che lavorano e danno lavoro a partire dalla valorizzazione della risorsa ambiente, dai campeggi agli alberghi, dagli operatori balneari a tutto il sistema ricettivo che va qualificato e adeguato, dai centri storici all’agricoltura dei prodotti di tipici. Con un occhio alla formazione della risorsa umana e ai più deboli, perché un’economia con degli esclusi è, oltre che ingiusta, più debole. Serve un salto anche culturale, che riguarda ognuno di noi, quello kennedyano ricordato dal Presidente Mario Tozzi nel finale: oltre a chiedere al Parco cosa può fare per noi, pensiamo a cosa possiamo fare noi per il Parco.


Alessi al lavoro

Alessi al lavoro