Egregi Presidenti Tozzi e Martini, preso atto della disponibilità da Voi esplicitata al convegno di sabato 20 gennaio a risolvere insieme il problema del grave vulnus istituzionale e democratico apertosi nell’Ente Parco con l’esclusione di consiglieri di opposizione dal direttivo, non perdo tempo. La Vostra franchezza nel riconoscere che in effetti il problema esiste ed va risolto è stata apprezzata da tutti. Al pari della Sua frase, Presidente Martini, che ha colto il nostro atteggiamento costruttivo ed al contempo ha sollecitato una soluzione condivisa del problema: “ c’è un clima di collaborazione, vediamo di non disperderlo e tutti insieme possiamo farcela. Se dunque c’è consapevolezza di questo vulnus, mi si lasci spiegare a beneficio dei lettori perché a nostro avviso esso è grave, al punto da inficiare la sostanziale validità delle delibere dell’Ente Parco, se non prontamente sanato. E’ noto che il direttivo dell’Ente Parco è l’unico organo che ha il potere di valutare e deliberare le scelte dell’Ente, in primis l’approvazione dell’atteso “Piano del Parco”, le cui ultime importanti modifiche sono ignote. Tale Piano stabilirà gli indirizzi in materia di ambiente, turismo, energia, urbanistica, cui dovranno attenersi gli Enti Locali. I Comuni, la Provincia, la Regione manterranno intatte le loro autonomie e competenze, ma dovranno tener conto dei vincoli espressi dal Piano. Che dunque orienterà le scelte presenti e future da cui dipenderà il benessere o il malessere dell’ economia elbana e delle famiglie. Appare a questo punto evidente la necessità che tali scelte di indirizzo vengano discusse e deliberate dal direttivo dell’Ente in presenza dell’opposizione di centrodestra nel direttivo. Tantopiù considerata l’esistenza dell’ormai noto “Paradosso Elbano”, che consiste nell’esistenza di una opposizione di centrodestra sul territorio che in realtà rappresenta la maggioranza assoluta della popolazione, con punte del 65% in alcuni Comuni. Detto in altro modo: all’Elba la CDL è votata da 6 elbani su10 ma non ha nemmeno 1 consigliere su 5 nel direttivo del Parco. Trae dunque origine da tali oggettive circostanze la gravità di un vulnus che mina la credibilità e la validità intrinseca delle delibere dell’Ente Parco. Ciò detto vediamo come avviare a soluzione il problema: considererò i soli temi di potenziale convergenza – quale prova di “buona volontà” - che di seguito espongo in cinque punti. 1° - Nuovo corso - E’ stata dichiarata la volontà di avviare un “nuovo corso”, di buttarsi alle spalle dieci anni di “muro contro muro” che ha causato prima l’impasse dell’Ente poi il suo commissariamento. Con risultati dannosi per la popolazione, ad esempio per le condanne inflitte ai contadini per l’abbattimento dei cinghiali che devastavano la vigna ed il lavoro di anni: con l’effetto che le bestie sono risultate più protette dei cristiani. 2° - Ambientalismo ideologico - E’ parso di avvertire una nuova consapevolezza circa i danni che possono essere cagionati da una visione astratta della tutela ambientale; sempre per il caso precedente si è finalmente udita la volontà di procedere all’eradicazione dei cinghiali devastatori, non autoctoni ma importati dall’est Europa. 3° - Energie Alternative - per produrre energie alternative non oil le tecnologie sono oggi diversificate, evolute ed economiche e possono essere scelte senza che i danni superino i vantaggi per l’Elba. L’acceso dibattito mediatico dei giorni scorsi sul tema ha preparato il terreno: Lei, Presidente Tozzi ha citato anche le opzioni solare e biodiesel; il WWF è intervenuto a voce con Gimelli, e per iscritto con il presidente nazionale Fulco Pratesi, suggerendo cautela riguardo l’eolico (all’Elba) ed indicando il solare; i Verdi di Milano sono intervenuti con il Dott.Sacerdoti, che tra le più recenti tecnologie ha menzionato anche i pannelli solari USA ad alta concentrazione. 4° - Parco come Asset – Si è avvertita nuova consapevolezza della necessità che il Parco debba essere considerato non solo in termini di tutela dell’ambiente ma anche di patrimonio, di asset turistico da trasmettere ai figli; però non basta. Qualche ambientalista “duro e puro” storcerà il naso per questo termine da scrittura di bilancio eppure le scelte dell’Ente Parco dovranno valorizzare l’ambiente e l’economia turistica. E’ una conditio sine qua non ovvia ma a quanto pare non ancora scontata. 5° - Scelte condivise - negli interventi di tutti i Vostri intervenuti è stato ripetuta la necessità di scelte condivise da tutti e di una governance dell’Ente partecipata da tutti. Se queste basi dovessero venire confermate non dovrebbe risultare impossibile operare scelte e soluzioni condivise. Per riuscire però a dare quel “colpo d’ala” da Lei auspicato, Presidente Martini, occorre principiare dal vulnus: sanandolo subito. Nell’unico modo possibile e serio: facendo posto all’opposizione nel direttivo dell’Ente. Nel Parco ed in democrazia la maggioranza deve comandare ma in presenza dell’opposizione che deve controllare quanto accade. Escluderla a priori fa inevitabilmente pensare al peggio. Tantopiù in presenza del citato paradosso elbano. Come responsabile della prima forza politica, mi rendo in tal senso disponibile ad un lavoro di mediazione che tenga conto delle esigenze di tutti, ma nell’esclusivo e superiore interesse dell’Elba. In conclusione, spero mi si perdonerà un’ultima raccomandazione, pur in “conflitto di interessi” per essere la mia famiglia attiva nel turismo dal 1961. Temiamo in molti che l’Ente Parco sia prevenuto verso le attività turistiche e “le rendite” - secondo il termine usato dal DS Alessi credo riferendosi alle affittanze stagionali degli appartamenti - che sono invece all’origine del benessere diffuso all’Elba, sono l’eredità dei genitori ai figli. L’Elba è piccola ed ha risorse limitate dunque ben vengano limiti a sviluppi indiscriminati. Senza che però nessuno creda che: “il denaro è lo sterco del diavolo”. La presenza dell’opposizione di centrodestra nel direttivo dell’Ente Parco con tale ulteriore funzione “accertativa” certo non guasterebbe. Attendo fiducioso una Vostra risposta, Presidenti Tozzi e Martini e cordialmente Vi saluto,
Bosco di San Martino