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Il pesce "rivoluzionario" - Le immagini dei graffiti del Capanne

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : lunedì, 19 maggio 2003

Con un po'd'orgoglio giornalistico che presentiamo in anteprima ai nostri lettori queste eccezionali immagini che raffigurano uno dei graffiti delineanti un pesce dalla forma affusolata e dal “becco lungo” individuato durante le due settimane di studio dagli scienziati del Forum dell’Unesco. Queste immagini infatti rappresentano una vera rivoluzione per la lettura cronologica dei ritrovamenti archeologici sulle pendici del Capanne. Il pesce, come già stato ricordato dal Prof. Zecchini, coordinatore del Campus, durante la conferenza stampa nella quale ha illustrato i risultati del progetto di ricerca, è uno dei simboli con i quali si identificavano le comunità paleocristiane. In genere il simbolo del pesce si trova in un periodo che va dal II al VI – VII secolo d. C., dopodiché venivano usate altre raffigurazioni, tra cui le croci e le coppelle (incisioni circolari, fori). La parola “pesce” scritta in greco (IChThUS) risulta essere l’acrostico originato dalle iniziali della frase che tradotta in italiano suona "Gesù Cristo figlio di Dio Salvatore". E’ stata questa eccezionale scoperta a far supporre agli studiosi che la Chiesa di epoca medioevale rinvenuta nella località delle Piane al Canale, che è stata datata intorno all’anno mille, abbia una precedente edificazione, che risale molto probabilmente intorno al VI – VII secolo. I graffiti, come ha spiegato il Prof. Zecchini, sono rimasti esposti per tutti questi secoli agli sguardi degli escursionisti del Capanne senza che venissero individuati, occorre infatti uno capacità di osservazione ben allenata e l’esperienza degli studiosi per mettere in evidenza ciò che può sfuggire agli altri. Per questo, quando gli studiosi parlano di eccezionalità delle emergenze storiche ed archeologiche del sito del Capanne c’è da credere che essi, nonostante non abbiano ancora iniziato la fase degli scavi, abbiano già analizzato, attraverso l’osservazione potenziata da strumenti sofisticatissimi, un territorio che appare una miniera storica. D’altronde anche il toponimo di “Pietra Murata” è un esplicito riferimento ad una zona che riporta numerosi e visibili resti di strutture a sassi, sui quali gli archeologi dovranno estendere le ricerche. Importante adesso è che questo sito, che è già stato oggetto d’interesse dei tombaroli di turno, entri nella coscienza collettiva come un bene prezioso da custodire e proteggere attraverso il rispetto dovuto al passato, attraverso l’impegno individuale e della comunità nei confronti dell’eccezionale serbatoio di memoria che sta arricchendo l’Isola intera.


pesce capanne

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