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A Sciambere del furor secchione portuale

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : giovedì, 18 gennaio 2007

Caro Sergio, la settimana scorsa io e la mia gentile consorte abbiamo fatto una breve vacanza a Barcellona e naturalmente, tra le altre cose, abbiamo visitato anche il porto, dove mi sarei aspettato di trovare, viste le dimensioni e l’importanza dello stesso, sbarramenti, filo spinato, guarnigioni di vopos pronti a sparare su chiunque osasse fare anche un solo gesto sospetto. Il tutto sulla scorta di quanto visto a Portoferraio sulla banchina di alto fondale (mi pare che la chiamino così ora), insomma dove una volta c’era Zi’ Rosa. Bene, niente di tutto questo. Solo un’auto della Policia Portuaria con dentro due agenti che sonnecchiavano. Vuoi vedere che l’Intelligence italiana (scusa l’ossimoro), magari su segnalazione del perfido Sgargamella, è venuta a conoscenza di possibili attentati terroristici nei confronti della Panelba, della Stella Marina, o forse, che so, di quel bolscevico dello Schedoni che si ostina ad accamparsi con la sua bancarella proprio lì davanti? Non è che ci siamo montati la testa? Un abbraccio, Marcello Cimino Caro Marcello Su questa vicenda della bunkerizzazione portuale ci sarebbe da stendere, come usa dire tuo fratello Francesco, un pietoso lamierone (che un velo troppo farebbe tralucere) di ferro, se di metallo non ne avessimo già scaricato pure troppo in situ. Sulla Port Security sono state varate negli anni passati norme e contronorme internazionali con le quali ci hanno riempito la testa (e non solo) tutte solo e soltanto orientate a tranquillizzare l'andar per mare della sacra danarosa vecchietta yankee in crociera sulle acque del Mediterraneo. L'isteria collettiva da dopo 11 Settembre ha prodotto anche questo: porti di nessun interesse strategico (se individuo un terrorista con un obbiettivo portoferraiese non lo porto dai Carabinieri ma all'ospedale in psichiatria) acconciati come se alla Telemaco Signorini esponessero le bombe atomiche; tutto per la esigente vecchietta, perché possa fotografare, in tutta supposta sicurezza, quei pittoreschi porti che le emissioni di CO2 del suo paese (massimo e non pentito inquinatore mondiale) tra un po' cancelleranno dalle terre emerse. Le norme internazionali ci sono, è pacifico, ce le hanno fatte perfino leggere, ma abbiamo l'idea che ci sia chi le ha applicate sulla scorta del furor secchione del primo della classe, e chi se l'è cavata dicendo "facimme ammuina" (facciamo un po' di scena) convinti che "ha da passa' 'a nuttata" e mica è un caso che partenopei e spagnoli e/o catalani, siano tanto culturalmente (nel bene e nel male) prossimi. Ma che dire, ormai qui è cotto il riso e l'unica speranza (dal momento che questi gabbioni da coniglioli debbono permanere) e che si arrivi a spostarli nell'area del porto dove rompono meno i coglioni sotto un profilo estetico e pratico, dove, chi aveva un po' di capo, aveva detto da subito dovessero andare: in fondo al lato sud, al "Molo Lucchesi" che se lo blindano a massimo si incazzano quelli che ci vanno a pescare a cannella, e morta lì, senza pensare a soluzioni tipo il Grigolo che caso mai è da recuperare alla fruizione (come buona parte del centro storico) con altri interventi. E se con questo decentramento dovremo fare a meno della visione delle cosce di una danarosa ottantenne del Minnesota, maliziosamente scoperte da una folata di vento mentre scende dalla passerella, ci consoleremo.


cancellate porto port security

cancellate porto port security

darsena da nave stretta portoferraio

darsena da nave stretta portoferraio

Barcellona porto

Barcellona porto