La Grande Traversata Elbana (GTE) di Trekking è famosa in tutta Europa, attraversa l'Elba da un capo all'altro, da Pomonte a Cavo, lungo sentieri che percorrono vallate splendide e crinali di montagna, piste forestali e brevi tratti di strada asfaltata. Un percorso che la Comunità Montana dell'Elba e Capraia sta valorizzando con la realizzazione una guida che traccerà un percorso ambientale, della flora e della fauna, antropologico e storico e che verrà realizzato grazie ad un progetto Interreg che, oltre ad una guida cartacea, vedrà anche la messa in opera di cartellonistica, arredi e segnaletica adeguati, per realizzare il più grande percorso trekking delle isole minori del Mediterraneo e dare al turismo ambientale un prodotto di grande qualità che attraversando i nostri monti sia anche un lungo balcone affacciato sull'Arcipelago Toscano, la Corsica e la costa Toscana e il Tirreno. Un progetto che rischia di essere vanificato dal fenomeno del motocross abusivo lungo sentieri vietati a tale attività dalla normativa regionale. La GTE, nel tratto indicato dal segnavia n.44, tra Colle di Procchio e Buca di Bomba, interamente compreso nel Comune di Marciana e fuori dal Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, è continuamente percorso da scorribande motociclistiche che da lì raggiungono la strada di San Martino, oppure discendono dalla stessa via. La situazione di devastazione è massima passato il campo sportivo di Procchio e Casa Miliani quando la valle termina all'altezza del grande rudere, con accanto forse il più alto e bel cipresso dell'Elba, che la chiude, la strada diventa un ripido sentiero che praticamente non esiste più e nel quale è ormai addirittura difficile camminare. Il piano di calpestio è distrutto e sfossato dalle ruote delle moto, che in alcuni punti hanno prodotti veri e propri piccoli canyon, tanto che i motocrossisti abusivi hanno creato nuove strade per bypassare il loro stesso disastro. In alcuni tratti ormai il passaggio delle moto, che moltiplica all'ennesima potenza il dilavamento naturale, ha ridotto il sentiero 44 a rocce scivolose e nude. I molti soldi spesi dal Parco Nazionale negli anni passati per le opere di ripristino del piano di calpestio sono finiti sotto le ruote di un motocross abusivo e lucroso per chi lo gestisce, le staccionate anti-motocross messe in opera sono state divelte e gettate nella macchia con una prepotenza troppo spesso impunita. La spiegazione del disastro è semplice: il sentiero n. 44 è essenziale a questi devastatori di beni pubblici per chiudere l'anello di andata-ritorno di Colle Reciso-San Martino-Literno-Marmi e probabilmente gli stessi non disdegnano la vitatissima cessa forestale di Barbatoia a confine tra Portoferraio, Campo nell'Elba e Capoliveri, visto gli evidenti segni di ruote da cross visibili dappertutto. Il sentiero 44 era stato rimesso a posto con soldi pubblici, ora quel pezzo di GTE è devastato ed insicuro, è indecente che una minoranza rombante e spetazzante debba usare illecitamente ed illecitamente distruggere per divertimento un lavoro eseguito con soldi pubblici. I segni dei copertoni visibili sul sentiero 44 (si allegano foto scattate il 15/1/2007) sono ancora freschi, probabilmente si tratta dei raid dell'ultimo fine settimana, magari tra i devastatori c'erano anche quelli che a Monte Tambone, sul sentiero 48 e nel Parco Nazionale, sono stati beccati con quad e moto da cross dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato, sempre più allertati da turisti, cittadini e trekkers sempre più stufi di vedere sentieri proibiti al traffico distrutti e di sentirsi in pericolo anche nei posti che dovrebbero essere più sicuri.
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