CAMPO NELL’ELBA − La tradizione contadina, i resti di vecchie fornaci abbandonate, gli scheletri delle stazioni militari che durante la IIª Guerra mondiale scrutavano dall’alto la baia di Marina di Campo, gli aromi inconfondibili del rosmarino e della quercia da sughero. Sono questi solo alcuni tra gli ingredienti che animeranno (domenica 14 gennaio) la «Scogliera del falco pellegrino», seconda giornata delle «Domeniche del granito», rassegna gratuita organizzata dai tre consorzi dell’Elba occidentale (Costa del Sole, Caposantandrea e L’Elbavoglio), insieme al centro escursionistico Il Viottolo e all’Associazione culturale di San Piero. Dopo il successo della prima escursione, che ha richiamato sui viottoli che cingono il massiccio granitico del Capanne oltre una settantina di persone, è la volta di esplorare i sentieri che tagliano Capo Fonza. Il ritrovo è attorno alle 10 alla Foce, l’estremo lato est della spiaggia di Marina di Campo, dove sorgono per intendersi i diversi campeggi della zona. Da lì il «popolo della domenica», in tenuta da trekking e zainetti in spalla, punterà in direzione della spiaggia di Fonza. «È un percorso che si snoda tra la macchia mediterranea – spiega Umberto Segnini, anima del centro Il Viottolo − dove si incontrano piante di rosmarino e querce da sughero. Lungo il sentiero che si sviluppa seguendo la costa incroceremo alcune vecchie fornaci dell’800, allora utilizzate per la preparazione della calce. Dopo aver superato casa Marghieri arriveremo nella località di Longio, dove fa ancora bella mostra di sé un rudere, esempio della vita contadina di un tempo. In quella zona, caratterizzata da scorci e panorami stupendi che si aprono sulla baia di Marina di Campo, potremo apprezzare i resti degli antichi terrazzamenti coltivati a vigna. Dopodichè raggiungeremo Punta alle Mete e, attraverso un breve tratto più ripido, la vetta di Monte Tambone, dove approfitteremo del punto panoramico più suggestivo della giornata per la pausa pranzo». A quel punto, non resterà che sperare e se sarà fortunata la comitiva delle «Domeniche del granito» potrà anche imbattersi in qualche esemplare di Falco pellegrino, specie già in passato avvistata proprie da quelle parti. Senz’altro i partecipanti non rischieranno di perdersi la vista dei caprili in calcare che punteggiano la vetta di Monte Tambone, diversi da quelli già incontrati a Pietra Murata durante la prima escursione, per materiale e dimensioni ma non meno interessanti. «E le stazioni militari e di puntamento della IIª Guerra mondiale – aggiunge Segnini − allora indispensabili per le segnalazioni che raggiungevano da un lato le batterie di Capo Poro e dall’altro quelle di Ripalti». L’ultima tappa prima del dietrofront e il ritorno alla Foce attorno alle 15.30.
Panorama da Capo di Fonza