Le indagini sul rogo di Morcone sono state affidate agli agenti del Commissariato della Polizia di Stato di Portoferraio ma il coordinamento delle Forze dell'Ordine nel lavoro per giungere a soluzione del caso è alto e non lo ha dimostrato solamente la presenza sul teatro dell'evento delle diverse divise. E' il primo concetto che esprime Marco Gulinelli funzionario dirigente dei Vigili del Fuoco all'Elba in un colloquio serale, a bocce ferme nel quale gli abbiamo chiesto di fare una sorta di scheda tecnica dell'accaduto ma nel quale si è parlato anche della individuazione della mano criminale che è tornata a colpire a nella frazione balneare capoliverese. "Comprendo lo sconforto di chi è stato colpito, il suo diritto alla sicurezza, la sua aspettativa che si risalga presto ai colpevoli e li si punisca adeguatamente - dice Gulinelli - ma le indagini di questo tipo sono sempre lunghe e complicate, fa testo quello che è accaduto per il caso dell'incendio doloso del camion a Casa del Duca, ed il tempo che è stato necessario per giungere alla denuncia alla Procura della Repubblica del presunto responsabile. Comunque, chiaramente, ogni volta che un soggetto compie un atto come quello di stamani, lascia (sia pur labili) tracce che lo avvicinano allo smascheramento". Si è capito che l'incendiario ha raggiunto il suo obbiettivo risalendo il fosso aiutandosi con le mani che ha agganciato a canne e piante rampicanti a risalire, che ha superato il muro che delimita la proprietà e che ha dato fuoco alla veranda usando del liquido infiammabile, così come si sono probabilmente individuate le sue tracce in allontanamento. "Non si è trovato l'innesco - afferma il funzionario - ma è comprensibile visto il materiale che era custodito sotto la veranda moto, attrezzature balneari che con il materiale plastico delle coperture hanno generato un incendio cosi violento che ha cancellato ogni traccia" L'intervento dei Vigili del Fuoco è stato rapidissimo ma si è dovuto giustamente concentrare sul salvataggio dell'immobile contiguo al grosso gazebo che in stagione funge da terrazza del bar dell'Hotel. "Sotto quella veranda - riprende Gulinelli - si sono sviluppate temperature altissime, ben oltre i mille gradi. I montanti in alluminio si sono in parte fusi". Sembrerà assurdo a chi è stato oggetto di questo intollerabile insulto, ma è andata ancora bene, perché è agghiacciante pensare che conseguenze potevano esserci per le persone non solo a causa delle fiamme ma anche per i micidiali fumi prodotti dalla combustione di plastiche ed oli se si fosse perso qualche minuto, soltanto se l'allarme della signora Boldt avesse tardato.
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