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Ancora un incendio all'Hotel il Pozzo di Morcone e questa volta potevano uccidere

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 12 gennaio 2007

L’intera area del residence “ Il Pozzo” di Morcone è ormai un obiettivo “ caldo” ed è un’operazione di tutela e di protezione immediata nei confronti di piccoli e adulti della famiglia Geri-Boldt quella che dovrà essere messa in opera da subito dalle Forze dell’Ordine dell’Isola. Dopo tre fuochi appiccati in meno di undici mesi, il secondo ed il terzo ad appena 35 giorni di distanza, la mira potenzialmente assassina degli incendiari non può e non deve essere sottovalutata. Sconcerto e rabbia anche tra gli inquirenti che da mesi seguono le piste dell’incendiario e che lungo il percorso hanno notevolmente affinato e mirato le indagini. Un crepitìo sottile di vetri infranti è bastato per cancellare il sonno che dal febbraio dello scorso anno, data del primo attentato, è diventato per tutti loro ansioso e leggero. Uscita in giardino, ha intravisto lingue di fuoco alte, ha pensato che fossero lontane sulla spiaggia, ha fatto pochi passi verso l’ingresso del residence e si è trovata davanti un rogo immane. In fiamme la veranda, con i vetri che scoppiavano lastricando di cristalli un pavimento che si sollevava in pezzi; accartocciato il metallo della struttura, fusi i pannelli di coibentazione, ormai un inutile ammasso di ferraglia le 7 moto da enduro nuove di zecca dell’attività del figlio Massimo. Nera e fumante la moto da acqua del nipote. Le fiamme entrate dalle finestre avevano bruciato gli infissi e attaccato l’impianto elettrico e gli arredi del bar, ovunque tazze e bicchieri esplosi per calore. L’intervento precipitoso dei figli, Marco e Massimo, ancora in mutande e scalzi, ha permesso di salvare un ricordo di famiglia, tre brocche da acqua in rame, e l’auto di Brigitte, parcheggiata di fronte alla veranda. Fuse in surreali forme le bocce di vetro dei lampioni tutto attorno. L’intervento a tempo di record dei Vigili del Fuoco ha impedito che il calore danneggiasse le strutture murarie limitando i danni, che ad una prima stima superano comunque i 50.000 euro. Impossibile stabilire con certezza il tipo di innesco, anche se si pensa all’alcool. Coinvolti pesantemente nella vicenda i due figli minori dei fratelli Geri, apparsi scioccati per buona parte della giornata. La stessa Brigitte e la cognata Maddalena hanno accusato un malore durante la mattinata. Anche questa volta tutte le Forze dell’Ordine sono accorse nella frazione balneare capoliverese, lungo curve e tornanti diventati tristemente familiari. Presente per la prima volta anche la Polizia Municipale di Capoliveri. Mentre la Polizia Scientifica eseguiva rilievi, veniva istituito un posto di blocco all’altezza del bivio per Capoliveri, con identificazione e controllo accurato dei passeggeri delle auto in transito. Tracce ed impronte rilevate dagli esperti- definite estremamente chiare- lascerebbero pensare che l’incendiario si sia avvicinato al residence risalendo la valle ed infilandosi in un “ angolo morto” delle telecamere fatte installare dai Geri nel novembre scorso. Non un balordo occasionale, come qualcuno ancora si ostina a credere, ma un soggetto motivato, conoscitore dei luoghi e dotato di straordinaria protervia, che ha sfidato beffardamente un luogo particolarmente controllato e in un’ora decisamente insolita e non lontana dall’alba. Per i Geri è un momento di sgomento, sconcerto e paura, la stanchezza per una situazione di pericolo che si ripete con violenta cadenza è ormai insostenibile:” E’ certo che si tratta di un attentato contro l’attività, non contro i miei figli – afferma Brigitte- ed è in questa direzione che si deve puntare”. Di sicuro sappiamo che in molti, nell’ultimo periodo, si sono offerti di comprare il residence.Tra le persone che hanno espresso affetto e solidarietà alla famiglia, Melanie, moglie di Massimo, vuole ringraziare particolarmente il parroco di Capoliveri, don Emanuele e le suore del paese, per la tenerezza dimostrata. Ma poi si avventa sulle parole:” Non mollo e non molleremo, io resto qui, quel vigliacco che vuole il nostro lavoro e la nostra vita lo voglio vedere davanti a me, voglio che si presenti, voglio puntarlo nelle palle degli occhi. Lo aspetto”.


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