Le conversioni ambientaliste fanno sempre piacere e anche quella del signor Stefano Martinenghi, (ci si riferisce alla lettera aperta da lui scritta e indirizzata al presidente del Parco, Mario Tozzi, pubblicata in appendice, ndr) responsabile del comitato elettorale Val di Cornia-Elba di Forza Italia, che non ci sembrava di ricordare come affettuoso amico del parco, di Kyoto e delle normative ambientali, va dunque accolta. Ma come spesso succede ai neofiti, anche il buon Martinenghi pensa che basti scaricare qualcosa da internet per trasformarsi in un tale esperto da poter insegnare il mestiere a Mario Tozzi, uno dei più noti divulgatori di temi ambientali in Italia. A Martinenghi non piacciono le torri eoliche almeno quanto a noi non piacciono le costruzioni abusive sulla spiaggia di Fetovaia, dovrebbe però meditare su questo: «Nell'Ue un grosso successo lo ha registrato l'energia eolica, con una crescita di capacità produttiva del 150% dopo il 2001, in questo campo l'Unione Europea detiene il 60 % del mercato mondiale. Il consumo totale di energia eolica nell'Unione Europea equivale al consumo totale di elettricità di Danimarca e Portogallo. Però nella metà dei paesi Ue, questo tipo di energia non è sufficientemente sfruttata per i ritardi nelle procedure di autorizzazione, di condizioni ineguali di accesso alla rete, così come per la lunghezza dei processi di rafforzamento e d'estensione della rete elettrica»; non si tratta di una convinzione degli amministratori campesi ma di quanto scritto dalla Commissione Europea presieduta da Manuel Barroso, un uomo di centrodestra come Martinenghi, ma certamente circondato da esperti migliori. L'eolico è dunque la fonte di energia naturale più promettente, matura e tra le più disponibili, e nessuno chiede di impestare i monti di pale o lo contrappone al solare o al biodisel, ma dice che anche noi elbani dovremmo fare la nostra parte, altrimenti il mutamento del clima entro 50 anni, come dice il solito Barroso, cancellerà completamente il turismo dal Mediterraneo, trasformato in un caldissimo deserto e così i turisti non vedranno certamente all'Elba le pale che infastidiscono l'esteta Martinenghi, anche perché si saranno spostati a fare il bagno in Bretagna, o nelle temperate isole del Mare del Nord. Martinenghi si scorda di dire (o forse non sa) che difficilmente i turisti del nord Europa potrebbero infastidirsi per impianti eolici che sono un elemento quotidiano del paesaggio dei loro paesi, o che il paese che ha investito più sull'eolico è anche quello che ci ha superato proprio nel campo del turismo: la Spagna, oppure che nella Corsica tanto portata ad esempio come modello turistico fioriscono le pale eoliche per sfruttare lo stesso identico vento che arriva da noi? Bellissima la profezia terroristica di migliaia di microtorri sparse sui crinali elbani, informiamo l'esponente di F.I. che in tutto il massiccio del Capanne e nel lungo crinale che va da Cima del Monte a Monte Capannello è addirittura impossibile realizzare impianti eolici perché sono inseriti in Zone di protezione speciale. Ma quali migliaia di pale! E' evidente che Martinenghi non sa di cosa si parla quando si dice minieolico e non è a conoscenza della "miniaturizzazione" degli impianti più recenti, fino al microeolico, che possono essere ospitati addirittura sui tetti e che somigliano molto alle banderuole da camino "a palla". Martinenghi, ci informa poi sulla possibilità di produzione di biocarburanti attraverso "impianti piccoli come automobili o containers, di facilissimo utilizzo, venduti in mezzo mondo. Perché non valutarne l'utilizzo? ". L'esponente di FI - che tra l'altro appartiene ad un partito che nel passato governo non ha fatto nulla per sviluppare biocarburanti e solare, come confermato crudamente dai dati Ue - forse non se ne rende conto, ma viola una delle principali leggi per la produzione di energie rinnovabili, soprattutto quelle ricavate da biomasse: la fonte o il vettore è meglio averli e produrli vicino a dove sono le materie prime. Dove li prendiamo all'Elba la colza, il girasole per fabbricarci in casa il biodiesel? Oppure Martinenghi vuole fare il bioetanolo con le barbabietole da zucchero e i cereali di Fetovaia? Non sarebbe meglio, più economico, ecologicamente, ambientalmente e energeticamente sensato, chiedere che, come dicono Tozzi, i Verdi e Legambiente le nostre isole diventino uno dei luoghi privilegiati per la realizzazione di una vera rete di distribuzione di biocarburanti, compresi quelli che fanno andare i traghetti, anche come offerta turistica di una energia meno inquinante per la nostra isola? Per il resto delle sue "scoperte" di possibile autosufficienza energetica elbana, rimandiamo il Responsabile del comitato elettorale Val di Cornia-Elba di Forza Italia a due proficue letture: la bozza di piano energetico per l'Elba che abbiamo elaborato un paio di anni fa e "segnali ambientali nell'Arcipelago Toscano 2006" di Agenda 21 locale, Martinenghi scoprirà che la sua acqua calda su pannelli solari, incentivi, certificati bianchi e verdi e company era stata scoperta molto prima da qualcuno e che magari il nuovo presidente del Parco, a differenza di quanto non ha fatto lui, prima di parlare quegli studi e quelle proposte se li è letti. Legambiente Arcipelago Toscano *Ecco la lettera aperta al presidente del Parco, Mario Tozzi scritta da Stefano Martinenghi, Responsabile del comitato elettorale Val di Cornia-Elba di Forza Italia,* "Ill.mo presidente del Parco, sono con la famiglia un affezionato spettatore della Sua trasmissione TV "Gaia il pianeta che vive" che conduce con competenza ed energia. Ho quindi salutato con soddisfazione la Sua nomina alla guida dell'Ente Parco –come credo molti elbani -e condivido l'opinione che anche all'Elba vada incrementata la produzione di energie da Lei definite "non oil" per salvaguardare l'ambiente e rispettare i dettami del protocollo di Kyoto. Tuttavia credo che le tecnologie da adottare debbano essere attentamente ponderate e risultare compatibili con un ambiente naturale rimasto tuttosommato intatto, un "unicum" apprezzato in tutta Europa, un isola dai profili montuosi osservabili dal mare per la quasi totalità. E' per tali ragioni, ma certo non solo per queste, che all'Elba la proposta di installare sui monti torri eoliche ? avanzata dal Comune di Campo nell'Elba fino al diniego regionale del 2005 ? o micro-torri come da Lei preannunciato ha seminato vivo sconcerto. E' infatti opinione diffusa che tale scelta cagionerebbe danni irreparabili all'ambiente ed all'economia del turismo, l'unica che oggi sostiene l'Elba. Basti pensare che servirebbero migliaia di "microtorri" eoliche installate sui monti dove i turisti dovrebbero fare trekking immersi nella natura incontaminata per comprendere l'impatto devastante di una tale soluzione. Dunque La invitiamo a riflettere e ci mettiamo a Sua disposizione con spirito di collaborazione. Servono soluzioni condivise da tutti, non imposte dal continente. Occorre selezionare Alternative che, in caso di insanabili contrasti, vengano sottoposte a referendum popolari comunali. Ciò è consentito ed in tal modo la volontà ed il bene dell'Elba rimarrebbero salvi. L'Elba non è della destra né della sinistra, è degli elbani. Se lo terrà sempre a mente è facile vaticinarLe una presidenza ricca di soddisfazioni e di successi. Per esempio sappiamo che esistono impianti adottati da Svezia e Spagna per la facile produzione di "biodiesel" privo di emissioni nocive (olio vegetale lavorato con soda caustica ed acqua) in sostituzione del petrolio, con previsioni di autosufficienza energetica a 5 anni per la prima, a 15 anni per la seconda. Sono macchinari italiani piccoli come automobili o containers, di facilissimo utilizzo, venduti in mezzo mondo. Perché non valutarne l'utilizzo? Anche la nuova generazione di pannelli solari annunciati il 6 dicembre scorso dal Dipartimento di Stato per l'Energia degli Stati Uniti potrebbero fare al caso dell'Elba (premesso ? non si sa mai di questi tempi -che non sono a rischio di conflitto d'interessi). Il comunicato del Dipartimento USA specifica che i laboratori Spectrolab della multinazionale Boeing hanno realizzato nuovi pannelli ad alta concentrazione con un rendimento maggiorato del + 250% rispetto agli attuali, un abbattimento dei costi del -120% ed una riduzione della superficie a pannelli del -130%. In concreto con tale soluzione il costo di un impianto fotovoltaico da 1 kW si riduce a quasi un terzo e passa dagli attuali 7-8 mila euro a circa 3 mila euro. Quindi con meno di 10 mila euro (invece degli attuali 21/24 mila) ed uno spazio di circa 10 mq sul tetto (invece degli attuali mq.25) si realizza un impianto capace di alimentare un abitazione con consumi medi di circa 4 mila Kw all'anno. In pochi anni l'Elba diverrebbe al 100% autosufficiente. Se quanto sopra risultasse confermato, lo Stato potrebbe dotare gli assolati tetti elbani di tali pannelli, consentendo alle famiglie di valutare se trasformarsi in imprenditori "ecologici" grazie a finanziamenti agevolati. Non molti sanno che altrove in Italia già si stipulano contratti con l'Enel per realizzare impianti solari "casalinghi" sovradimensionati per rivendere l'energia prodotta in eccedenza e realizzare cospicui profitti. Sono solo alcuni esempi da verificare ed approfondire in un ottica costruttiva". Stefano Martinenghi
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