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Rio Elba: la minoranza attacca la giunta sul fronte dell'I.C.I.

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 11 gennaio 2007

Le schiacce briache, dolci tipici del periodo natalizio a Rio, si sa, non sempre riescono bene quando si vanno a sfornare, tanto che quest’anno, fra le tante mal riuscite, va senz’altro compresa quella sfornata dalla Amministrazione Comunale con la delibera sull’ICI che ha suscitato un vespaio di proteste e di accese discussioni. Così, nel tiepido clima delle festività, fra le strette di mano e gli auguri non sono mai mancate allusioni alle poco comprensibili richieste di pagamento che hanno letteralmente inondato il paese, mettendo in giustificata apprensione molti cittadini, frastornati dalle sbrigative modalità della iniziativa comunale. Il tutto si riferisce, come è noto, al 2000 – 2001 e la fretta di distribuire le cartelle, pena la decadenza del tributo, ha fatto sì che la Giunta abbia licenziato, senza la dovuta ponderazione, una delibera manifestamente mal riuscita. Come quelle schiacce briache che sono da mettere da parte o da buttar via. E’ bastato avere un mozzicone di rudere, sperduto da qualche parte e ormai dimenticato, per vedersi attribuire la tassazione di un manufatto edile. C’è chi ha scoperto di avere un pezzetto di terra edificabile e si è procurato una tassazione di edificabilità, anche se quella minuscola, o impervia proprietà non l’ha mai consentita. C’è chi poteva costruire, ma non l’ha fatto, per riconosciuta impossibilità derivante dalla mancata concessione di permessi. In sostanza, si è disatteso manifestamente il disposto delle norme vigenti che chiamano a corrispondere tributi solo in “base alle possibilità effettive di edificazione”. Quanto poi agli indici di valutazione venale non è possibile capacitarsi tra tante sproporzioni ed esosità. Così, fra una distribuzione di cartelle e l’altra, i malumori si sono diffusi, accendendo gli animi e le discussioni, tanto che a fronte della situazione che si è venuta a creare sembra che l’Amministrazione intenda fare un passo indietro e rivedere la cosa. Va tuttavia rilevato che se errori di valutazione sono stati in qualche modo fatti dall’Ufficio tecnico, il tutto non assolve la Giunta dalle sue responsabilità nell’emettere una delibera di così rilevante portata, senza gli approfondimenti che il caso richiedeva. L’operato dei funzionari, di norma, è filtrato dalla impostazione politica (nel senso buono) degli amministratori, i quali in ultima analisi ne sono responsabili. Così, insomma, vanno le cose a Rio. Il paese ribolle di protesta e di disappunto e molti affollano la sede comunale dove il nuovo architetto, di recente nomina, si trova ad affrontare la piena delle recriminazioni. E’ sperabile che tutto si ricomponga in una equilibrata visione delle cose e che questo sia solo un episodio da dimenticare, come la sfornata di quelle schiacce briache, che non riescono, e si incrudiscono o che addirittura si bruciano. Rio nell’Elba 10-01-01 Sig Sindaco del Comune di Rio nell’Elba Considerazioni sulla delibera della Giunta Comunale di Rio nell’Elba n.90 del 30.11.2006 (determinazione del valore delle aree edificabili ai fini dell’applicazione dell’I.C.I.) Il gruppo di minoranza Rinascita Riese, anche facendosi carico dalle numerose sollecitazioni pervenutegli da cittadini preoccupati per le conseguenze a cui li espongono le notifiche di pagamento ICI, di recente emissione, con gravami e sanzioni di rilevante entità e con manifesta carenza di appropriati criteri di valutazione tributaria, avanza le considerazioni che seguono sulla delibera della Giunta n. 90 del 30.11.2006. In primo luogo, come dispone la legge, la determinazione del valore venale degli immobili deve essere commisurato alla effettiva possibilità edificatoria ed alla effettiva consistenza degli interventi realizzabili, prescindendo dal sottoporre massivamente e genericamente al tributo di edificatorietà anche quei terreni, dichiarati fabbricabili, ma che a vario titolo ne sono di fatto impossibilitati. Quanto alla determinazione del valore venale al metro quadrato, che nel 2001 si aggirava sui 500 euro, sarebbe stato certamente opportuno, se non doveroso, fare riferimento alle valutazioni dell’Ufficio del Registro o del Catasto di Livorno, utile, questo, all’accertamento degli atti di compravendita delle aree edificabili negli anni 2000 e 2001. Il calcolo dei valori venali delle zone omogenee, individuato dall’Ufficio Tecnico e deliberato dalla Giunta, non manifesta un proporzionato rapporto di riferimento con l’effettivo valore venale delle aree, evidenziando modalità di tassazione eccessive e ingiustificate, se non illogiche. Quanto agli ambiti di riferimento non mancano infatti evidenti illogicità. Il valore venale del terreno per una casa di mq. 100, su 5000 mq.,nell’ambito 1.2.1.2., è di 900 euro mq. Per la stessa casa su ha 1, il terreno consegue un valore di 2.200 euro mq., nell’ambito 1.3.1.2. Per la stessa casa, negli ambiti 1.3.2.5.-1.3.2.6.-1.3.2.7.-1.3.2.8., con lotto minimo di 1.428 mq. Il terreno riscontra il valore di 685 euro mq., inferiore a quello dell’ambito 1.3.1.2., che ha un indice territoriale ben sette volte più piccolo. Altro rilievo meritano gli “ambiti di progettazione unitaria o pianificazione attuativa” In tali ambiti è stata fissata una tariffa pari a € 57,00 al mq di superficie fondiaria edificabile . Tale prezzo è sproporzionato e in molti casi addirittura iniquo perchè non tiene conto delle diverse ammissibilità edificatorie che differenziano le diverse schede norma , sia per diverse ammissibilità in termini di indice, sia in termini di destinazione . Anche se la delibera propone parametri di adeguamento, dagli accertamenti notificati appare che a tutte queste aree sia stato applicato lo stesso valore al mq non tenendo conto delle variabili che di fatto sussistono. Pertanto il criterio più appropriato appare essere quello della determinazione della effettiva ammissibilità edificatoria caso per caso , tenendo conto anche delle diverse implicazioni urbanistiche ( cessione di aree al comune destinazioni vincolate etc. ) Concludendo, intendiamo rappresentare l’esigenza che nell’assumere criteri di valutazione si debba tenere conto di alcuni criteri di fondo, quali: Ubicazione dell’area edificabile Livello di urbanizzazione e servizi erogati dalla pubblica amministrazione Aclività del terreno ed implicazioni geologiche ed idrogeologiche Destinazione e vincoli degli interventi Obblighi di cessione di aree alla pubblica amministrazione Mancata attuazione dei piani sopra ordinati “ Piani di lottizzazione o attuativi di iniziativa privata Dovrebbe poi essere dato un termine superiore ai trenta giorni per l’eventuale ricorso in modo che il contribuente possa essere messo nelle condizione di produrre la documentazione necessaria a dimostrare l’eventuale esistenza di edifici e/o volumetrie già esistenti, per scomputare queste dalle edificabilità ammesse. In molti casi, infatti, sono state notificate porzioni di terreno edificabile, senza tenere conto che il contribuente già vi era contribuente quale proprietario di alloggio, sulla stessa area. Si ritiene pertanto opportuno che l’Amministrazione: I. Emetta un provvedimento autocautelativo in favore di tutti i contribuenti. II. Annulli la delibera n.90 del 30.11.2006 III.Approvi una nuova delibera per la determinazione dei valori delle ammissibilità edificatorie previste dal regolamento urbanistico alla data del 31.01.2001, consultando o chiedendo parere sui valori, all’Ufficio del Territorio di Livorno (Catasto) ufficio pubblico di riferimento anche per lo stesso Ufficio del Registro di Portoferraio. IV. Fissi nuovamente i termini per i ricorsi V. Fornisca a tutti i contribuenti e/o i tecnici, che li assistono, gli elaborati informatici con la sovrapposizione del catasto terreni agli strumenti urbanistici, per un controllo formale di quanto notificato.


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