Un mese fa il vice Prefetto vicario dottor D'Attilio ha convocato i Sindaci di tutti i comuni elbani, escluso Marciana Marina che con il suo minuscolo territorio è scarsamente interessata dal fenomeno, per affrontare l'annoso tema dei raid fuoristrada e su sentieri proibiti, anche dentro il Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, che gruppi di motociclisti compiono soprattutto nei fine settimana. Era l'ennesima di una lunga serie di riunioni che negli anni scorsi sono state convocate in seguito alle lamentele di numerosi escursionisti in bici ed a piedi che segnalavano a Legambiente continui scorrazzamenti di moto rombanti su strade e sentieri dell'area protetta. Il viceprefetto richiamava nuovamente i sindaci al rispetto della legge regionale 48/94 sulla circolazione dei veicoli a motore al di fuori delle strade indicate come transitabili e poneva in risalto la difficoltà delle forze dell'ordine a perseguire i trasgressori "per la mancata classificazione della viabilità esistente che impedisce di identificare con chiarezza quali percorsi possano essere qualificati come strade ai sensi del vigente codice della strada". Il Prefetto aveva anche individuato, in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato, i tracciati stradali e le piste forestali più usati dai motocrossisti e che andrebbero chiusi definitivamente a questa attività illegittima su quei percorsi e che provoca danni al manto stradale e mette in pericolo la sicurezza di trekkers e ciclisti. Nella riunione ci risulta che il rappresentante del Comune di Capoliveri, uno dei più colpiti da questo fenomeno, non si dimostrò del tutto convinto della necessità di emettere provvedimenti, pur previsti dalla legge, che riguarderebbero 18 strade e sentieri del territorio Comunale, che in gran parte attraversano il Parco Nazionale. I provvedimenti di chiusura (o meglio di presa d'atto della chiusura) di percorsi al traffico fuoristrada riguarderebbero anche 18 sentieri di Portoferraio; 6 che si snodano tra i comuni di Campo nell'Elba, Marciana e Capoliveri; 8 nel Comune di Porto Azzurro; 6 nel Comune di Rio nell'Elba; 2 nel Comune di Rio Marina. Ci risulta che fino ad oggi solo l'assessore all'Ambiente del Comune di Portoferraio, Marino Garfagnoli, abbia dato seguito alla riunione ed alle giuste e reiterate sollecitazioni del vice Prefetto, individuando i percorsi e mettendo in atto le misure di salvaguardia. Dalle altre Amministrazioni Comunali il solito silenzio dopo le solite promesse ed i soliti impegni. Tra poco inizierà la stagione dei raid di motocrossisti, folti gruppi spesso stranieri, a volte addirittura senza targa come documentato da Legambiente, guidati però da guide "indigene" che li precedono per evitare spiacevoliincontri con le forze dell'ordine e per portarli lungo percorsi che loro sanno bene essere vietati per legge (e non solo dal Parco) a questo tipo di attività. Il Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano ha già messo segnaletica di divieto (in alcuni casi subito vandalizzata) per impedire l'ingresso di moto sui sentieri, chiediamo ai sindaci elbani di rispondere finalmente alle sollecitazioni del vice Prefetto e di difendere, con una semplicissima delibera, un pezzo di patrimonio ambientale elbano che ha anche una gran valore economico.
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