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"Serve una legge che abolisca gli ospedali psichiatrici giudiziari"

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 16 maggio 2003

Nel resto dell'Italia sono soltanto cinque, a Reggio Emilia, Aversa, Barcellona Pozzo di Gotto, Napoli e Castiglione delle Stiviere. In Toscana c'è quello di Montelupo Fiorentino. Gli ospedali psichiatrici giudiziari sono le strutture carcerarie che ospitano soggetti con problemi mentali. Un po' istituti di pena, un po' ospedali, sicuramente non più adatti a garantire un corretto percorso di cura e reinserimento. Se ne è parlato all'Opg di Montelupo Fiorentino nel corso del convegno "Psichiatria slegata. L'ospedale psichiatrico giudiziario tra custodia e percorsi di salute" organizzato dalla Regione, dal Ministero della giustizia e dal Comune di Montelupo. "La Toscana - spiega l'assessore regionale al diritto alla salute, Enrico Rossi - ritiene indispensabile una legge nazionale che disciplini questa materia. Abbiamo già approvato una proposta di legge e la ripresenteremo alle Camere. Si basa sulla regionalizzazione della pena e fa leva su una rete di strutture territoriali gestite da operatori sanitari, in grado di garantire l'assistenza e il reinserimento dei soggetti interessati. Esperienze positive sono già state sperimentate, anche in Toscana. Adesso, a venticinque anni dalla legge 180, servono azioni concrete e finanziamenti". “Oltretutto trasformando gli ospedali psichiatrici giudiziari in piccole comunità di accoglienza – aggiunge l’assessore alle politiche sociali e vice presidente della Toscana, Angelo Passaleva – ci sarebbero anche un guadagno in termini di costi di gestione, sicuramente inferiori a quelli di un carcere, e maggiori possibilità di recupero”. La proposta di legge che sarà ripresentata alle Camere prevede la chiusura degli attuali ospedali psichiatrici giudiziari e l'istituzione in ogni regione di istituti di dimensione massima di 30 posti e gestiti da personale sanitario; che l'accertamento della pericolosità sociale sia funzione esclusiva del giudice; che non possano essere disposte misure di sicurezza, ma un trattamento terapeutico, se il reato è punibile con pene inferiori ai due anni di reclusione; la previsione dell'affidamento dei soggetti ai servizi sociali; che l'assegnazione ad un istituto sia consentita soltanto se il reato è punibile con un massimo di dieci anni di reclusione e che la custodia sia affidata a personale del Ministero della giustizia; che termini la pratica delle "deportazioni" tra istituti, che rende impossibile il contatto tra i pazienti e i servizi territoriali della salute mentale, chiamati invece a garantire una stretta collaborazione con il sistema giudiziario. Durante il convegno è emerso che l'alternativa alla reclusione esiste: si chiamano strutture residenziali di tipo psichiatrico, con obbligo di soggiorno e con finalità terapeutiche. Un progetto in tal senso è in corso a S. Piero di Sollicciano e interessa otto soggetti. "Insieme ai colleghi delle altre regioni interessate - prosegue l'assessore Rossi - abbiamo inviato ai ministri della salute e della giustizia una lettera in cui evidenziamo la condizione di cronico sovraffollamento degli Opg. Abbiamo chiesto l'apertura di un tavolo di confronto con le Amministrazioni Regionali che hanno promosso e supportato iniziative sperimentali, per rilanciare una fase di forte iniziativa politica che porti all'indispensabile riforma dell’ordinamento degli ospedali psichiatrici giudiziari e all’auspicato superamento degli stessi ". La risposta dei ministri è arrivata proprio all'inizio di questa settimana, ed accoglie la richiesta avanzata dalle Regioni. “Per Montelupo in particolare – conclude Passaleva – dobbiamo pensare anche ad una nuova struttura. Nonostante gli interventi di ristrutturazione realizzati, l’edificio, un vecchio castello, si presta male alla funzione che deve assolvere”.


Montelupo

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