Oggi abbiamo trovato sul Blog Camminando: "Trovo contraddittorio (quasi comicamente tale) che nello stesso numero di un giornale che si apre con una sviolinata all'attuale amministrazione di portoferraio ("un paese normale" è uno slogan pubblicitario più che un titolo) si proclami poi la propria natura "contro". E' irritante chi fa il paladino della libertà di stampa e di critica mettendosi sottovento di chi comanda ora. Sarebbe stato più corretto dire che quel giornale è "non velinaro" solo con "certapolitica" Abbiamo risposto: Veda caro ex-lettore (di chi? Non di Elbareport che legge così attentamente) lei è libero di esprimere qualsiasi opinione, le concedo non solo di essere in disaccordo, ma pure di disprezzare il frutto della fatica (mia e di altri) che è quel giornale, che la irrita al punto di scriverne sul blog senza citarlo direttemente un po’ come faceva colui che coniò “certastampa”. Quello che non le consento, per una questione di storia personale, è l’affermare che io (o il giornale che ho l’onere e l’onore di dirigere, fa lo stesso) mi sia messo sottovento al potente di turno; affermazione che per dirla in ferajese lei è pregato di rincartarsi e riportarsi a casina sua. Ciò perché contrasta non solo con la realtà (non avendo in molteplici occasioni fatto sconti alla giunta Peria, che ho più volte “pettinato a dovere” nonostante porti anche qualche briciola di responsabilità della sua formazione ) ma perché contrasta con il mio modo si stare al mondo. Delle due una, o lei non mi conosce (anzi non ci conosce) personalmente o lei è conscio di dire cose che non trovano alcun riscontro nella realtà. Diamo per buona la prima: è mettersi sottovento secondo lei uscire (2003) dopo una quarantina d’anni di iscrizione dal partito più grande della maggioranza, senza approdare a sponda alcuna? E tornando indietro nel tempo, è stato mettersi sottovento sollevare questioni scomode scrivere di argomenti che non si trattavano perché tabù come gli interessi della mafia all’Elba, oppure il vedersi recapitare tre citazioni giudiziarie dai “potenti” (quelli davvero altro che Peria!) con complessive richieste di risarcimento per miliardi 10, ma non riportando alcuna condanna né pubblicando un rigo di scuse? O ancora è stato mettersi sottovento battersi per l’istituzione del parco quando pareva che fossero tutti contro, dimettersi dalla guida del maggior partito di maggioranza dopo che si erano vinte le elezioni (‘94)? Mi fermo solo per pietà dei lettori ma creda che potrei continuare ed a lungo, aggiungo solo di avere intorno una banda di “opportunisti” (citati in ordine sparso: Elena Maestrini, Dorina Scappini, Attilio Gavassa, Alex Beneforti, Patrizia Piscitello, Gian Mario Gentini ) che con altri consentono ad Elbareport di vivere. Fanno tutti altre cose nella vita, il giornalismo lo praticano per passione e per spirito di servizio (pure se ci sono dei supposti professionisti che neanche legano loro le scarpe) e sono molto orgoglioso di loro, perché, quando serve, sanno tenere botta a muso duro, a destra e a sinistra mettendoci la firma e la faccia. Non fanno come lei che se ne sta sottovento al suo opportunistico anonimato dal quale pretenderebbe di somministrare critiche e lezioni. Sergio Rossi Naturalmente dall'ex-lettore (in omaggio alla bonomia del quale abbiamo guarnito il pezzo con un immagine di Catone il Censore) è giunta una immediata replica di identico bilioso tono e di identico anonimato. Ve la risparmiamo: anche al sado-masochismo c'è un limite
Catone Censore