Sono pressoché passati sotto silenzio i primi esiti dello studio sull’economia provinciale effettuato dal CENSIS e significativamente intitolato “Livorno , sistema territoriale a rischio di competitività”. Eppure ci sono osservazioni che meriterebbero quanto meno una presa d’atto come spunto per prossime occasioni di riflessione e di confronto finalizzati alla programmazione. Il sistema produttivo provinciale, dice il CENSIS, “sembra aver accentuato...l’atteggiamento di chiusura al contesto esterno” ed in più non ha mai abbracciato né mutuato la “filosofia del distretto”. Ognuno fa per sé, insomma, prestando massima attenzione al solo proprio ombelico. Ma c’è di più; c’è la osservazione della tendenza ad un calo di produttività che sembra costituire premessa di una complessiva perdita di competitività dell’intero sistema economico provinciale. C’è più di un motivo per preoccuparsi, quindi. Cosa serve per uscire da questa situazione? Ancora il CENSIS suggerisce di attivare tutti i processi necessari per diventare “una vera comunità coesa” all’interno ed aperta all’esterno, innanzitutto valorizzando le funzioni aggreganti all’interno delle singole filiere, ma anche tenendo aperto il confronto tra istituzioni e espressioni organizzate della società che dovrebbero riconoscere che “il territorio ha necessità di un’incisiva azione di accompagnamento alla crescita”. L’analisi proposta e le priorità di intervento prospettate interessano anche l’Elba dove è vero che si è creata ricchezza; ma si è anche generato – qui più che altrove - il sottoprodotto della debolezza strutturale del sistema economico volto più alla immediata produzione di reddito che alla determinazione delle condizioni per riprodursi, ampliarsi ed irrobustirsi. Sembra, addirittura, che si sia fatta la scelta, più o meno consapevole, di limitarsi ad assecondare una spirale di causa ed effetto di dinamismo e frammentazione che si manifesta sia in campo economico che sociale ed istituzionale. Prevedibile, in questo quadro, che siano risultati pressoché vani gli sforzi di Regione e Provincia per ricondurre le solite criticità elbane nell’alveo di una programmazione solida e condivisa in cui fossero chiari progetti, risorse, responsabilità. Le associazioni di categoria ed i sindacati non sono mai stati latitanti su questo piano di confronto; manca, semmai, l’interfaccia istituzionale locale. C’è già un tavolo attorno al quale poter discutere delle priorità isolane, ed è quello offerto dal Forum di Agenda XXI; basterebbe che ogni tanto qualche amministratore ci facesse una scappata, così tanto per farci sapere se siamo poi così bischeri a preoccuparci.
elba nascosta gentini