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Verso un Natale meno sereno di quello di dieci anni fa

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 15 dicembre 2006

Dieci anni fa le cose andavano diversamente. Negli States governava il Democratico Clinton, al Vaticano c'era un uomo come Wojtyla, a Palazzo Chigi si era da poco insediato Romano Prodi con l'Ulivo. Si aprivano speranze nuove per il destino del mondo. Clinton, dopo l'era Reagan, dopo il crollo del muro di Berlino, cercava di dare al mondo un nuovo equilibrio, una nuova serenità. Il conflitto tra i palestinesi e israeliani sembrava avviarsi verso una giusta soluzione che riconosceva i diritti dei due popoli ad avere uno Stato. Il Papa polacco, grande protagosta del secolo, con dure parole sollecitava i potenti del mondo ad impegnarsi di più ad aiutare "cancellando debiti ed embarghi, i poveri ad uscire dalla fame" e, con il dito puntato verso i responsabili, ammoniva: "gli attuali contrasti tra la povertà e la ricchezza sono insopportabili per l'umanità, per ridurre tali contrasti occorrono politiche economiche e alimentari fondate non solamente sul profitto ma anche sulla condivisione solidale e sulla riduzione delle spese per gli armamenti, dobbiamo cercare tutti assieme delle soluzioni immediate perchè non vi siano fianco a fianco persone troppo povere e altre troppo ricche, persone che mancano del necessario e altre che sprecano senza misura". Era il novembre di dieci anni fa e i problemi non sono gli stessi: sono peggiorati. Oggi i destini del mondo sono affidati alle follie di Bush, impegnato in un conflitto assurdo che, anziché dare tranquillità e serenità ai popoli della terra, ne ha aumentato le ansie e le paure, ha alimentato le vendette terroristiche in tutto il mondo, ha aumentato l'odio di tutti i popoli di fede islamica verso l'occidente, ha fatto nascere la guerra civile in uno Stato che la sconosceva, ha indebitato all'inverosimile gli USA per mantenere gli arsenali bellici efficienti e per sostenere le truppe in irak. Insomma, gli anni sono passati ma le paure no. Al Vaticano c'è un nuovo Pontefice che non si capisce ancora bene cosa vuole fare: seguire le orme del grande papa polacco o iniziare una serie di guerre etiche (eutanasia, procreazione assistita, ricerca scientifica sulle cellule staminali, pacs, islam...) che portano solamente ad inasprire gli animi in una corsa alle contrapposizioni ideologiche e religiose che non risolvono alcun problema. Le esigenze e i drammi delle famiglie cristiane e non, meritano, credo, un approccio più pacato e un maggiore rispetto. Le trasformazioni che scuotono il mondo vanno capite e governate, non demonizzate. Per finire, dieci anni fa Prodi riusciva a far capire che la situazione economica dello Stato italiano era tale da richiedere sacrifici per entrare in Europa e per ricostruire un Paese che era fuori da tuitti i parametri europei. C'era maggiore fiducia e grande speranza nel futuro. Oggi, a distanza di dieci anni, i problemi, più o meno gravi, ci sono sempre, la fiducia nel futuro manca un pò. La finanziaria forse darà una scossa al Paese ma non l'abbiamo capite ancora bene, Il sig. Berlusconi è sempre più ricco di soldi e di capelli, le leggi "ad personam" sono sempre lì, la RAI è sempre in mano al noto miliardario di cui sopra, i nei di Bruno Vespa continua a dar mostra di se ogni sera che Dio ci manda in terra e i giovani lavoratori precari non sanno per quanto tempo ancora avranno il futuro spento. Non è certo un gran momento, ma dieci anni son passati e possiamo, quantomeno, (sic!) raccontarli. Buon Natale.


Papa Giovanni Paolo II°

Papa Giovanni Paolo II°