La persona che mi ha scritto la lettera aperta pubblicata su Elbareport ieri( 14 Dicembre) merita una mia risposta di ringraziamento non banale, non sviolinata. Caro amico, mi sono scervellato per capire chi sei in un'indagine passata da: familiari (ma non hanno il pc, mi pagano solo internet!), politici (ma usano il pc solo per scambiarsi virus), miei ex colleghi (ma non mi possono scrivere pena l'espulsione dal comitato di Redazione, come nel caso aprano Elbareport che gli si da un click in piu!) mie ex (ma non sanno la mia mail, ho detto a tutte loro che mi chiamo MEOLLI), creditori (ma loro mi mandano le fatture col piccione viaggiatore!). Poi ho deciso di non pormi piu' l'interrogativo, mi tengo la tua mail (salvata in documenti dentro la cartella " CANALIS JPG", l'unica che non cancello mai!) mi piace pensare che puoi essere ognuna delle tante persone che mi salutano e mi sorridono per strada e che io non conosco per nome. Manifestazioni di simpatia alle quali l'apparire in TV mi ha abituato, ma che oggi sento anche piu' vere e più spontanee. Non condivido però un concetto presente nella tua mail (sono di sinistra, quindi non sono mai contento!) che per forza di cose nella vita bisogna guardare agli altri come potenziali nemici, e aspettarsi comunque in qualche modo le pugnalate che ho ricevuto io. Richiamami pure ingenuo, o stolto; io non ci credo, mi piace avere fiducia nelle persone, e mi piacera'sempre. Questo non per infantile utopia, ma per le persone che ho conosciuto nelle diverse precedenti esperienze lavorative e nei rapporti umani. Se ti capita in mano uno dei tanti curriculum (lunghissimi) che sto lasciando in giro, vedrai che alla voce: Obiettivi Professionali, io ho scritto: "Allacciare rapporti umani che vadano oltre il confronto lavorativo". Tradotto in Carpanese: cerco amici oltre che colleghi. Mi sono trovato a cadere giu'da un tetto mentre riparavo antenne tv, mi ha salvato Riccardo Fiaschi, rischiando di finire giu'pure lui. In una cella frigorifera ho rischiato vari incidenti e sono stato sempre soccorso da Andrea Piacentini, che una volta si ruppe pure una gamba. All'Hotel Airone, dove facevo il facchino, Giorgio Block si faceva il doppio turno (otto ore) al posto mio, quando non stavo bene, senza dire nulla a nessuno, e all'Hotel Nuova Padulella Alessandro Bolano mi ha tenuto quattro mesi come aiuto cuoco, quando l'unico aiuto che gli davo era preparargli dei cocktail con la Vodka. Quindi caro amico, persone così esistono, come esistono perfino nell'ambiente dell'informazione che ho appena abbandonato, solo che è un po' più difficile trovarle, magari di loro non vedi un volto in tv, ma solo una firma sotto un articolo, o anche meno: una sigla, o addirittura niente come nel tuo caso, ma a leggere, ti accorgi della mano di una persona "vera" che vale qualcosa, che non è un pupazzo. Grazie anche a nome dei Carpani Brothers.
jack in the box