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Controcopertina: Due lettere dopo lo spettacolo marinese dell'8 Dicembre

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 15 dicembre 2006

Giornali che si nutrono di cronaca nera ma snobbano eventi culturali Sono fortemente dispiaciuta di sapere che nessuno si è preoccupato di spendere due parole, e trsformarle in due righe, per segnalare ai lettori di questo giornale e quindi a molti elbani e non, quello che più di 80 persone hanno fatto nel pomeriggio dell'8 dicembre a Marciana Marina. Dunque si parla di tutto, di tanto, ma se qualche giovane e meno giovane cerca di costruire un progetto di vita, lontano da guai e da notizie che alla cronaca fanno gola, silenzio di tomba... Spero che almeno qualche lettore sappia a che cosa mi sto riferendo. Lo spettacolo che un gruppo di persone di ogni età (dai piccoli di 3 anni, ai loro fratelli, ai genitori, e a quelli chegenitori non sono) ha messo in scena in piazza a Marciana Marina, non senza difficoltà create dal tempo e dal lutto per la perdita di un giovane paesano, era sicuramente degno di essere menzionato. Qualcuno lo ha criticato, forse senza nemmeno averlo visto, ma non si è fatto alcun cenno al lavoro di dilettanti che hanno rappresentato un tema difficile con tanta buona volontà, impegno e dedizione. Persone che per due mesi si sono trovate la sera, dopo una giornata di lavoro o di studio e hanno creduto fortemente in quello che si stava facendo, certi che avrebbero lasciato un segno forte nel pubblico, proprio per la particolarità del tema che era trattato. "La fine e l'inizio", questo il titolo, è un'allegoria sulla vita e sulla morte che inevitabilmente le va di pari passo e sul completo azzararsi delle differenze socio-culturali di fronte alla stessa; al contempo la necessità di sopravvivere alla morte del corpo tramite i mezzi che ognuno trova più idonei. L'elaborazione del lutto, che purtoppo ognuno di noi ha vissuto almeno una volta nella sua vita, porta necessariamente al superamento del dolore per approdare ad un momento di consapevolezza dell'accaduto e a una ripresa della vita, in ogni sua forma. Il messaggio finale, positivo, è quello che comunque, fortunatamente l'uomo ha i mezzi per risalire e tirare su la testa, sempre e comunque si voglia intendere la morte. Non sempre si muore con il corpo. Anzi, più spesso è lo spirito che ci lascia mentre siamo ancora in vita e ci ritroviamo a condurre esistenze vuote e inutili. Ecco che allora il messaggio dello spettacolo acquista ancora maggior peso. Noi ci siamo e vogliamo continuare ad esserci, e niente e nessuno potrà mai toglierci la voglia di vivere e soprattutto di reagire alle difficoltà. Stando insieme e costruendo qualcosa per noi e per chi verrà dopo di noi. Grazie per aver letto questa mia lettera e spero che almeno in parte riusciate a pubblicarla, soprattutto perchè è importante che in una comunità come quella elbana ci sia lo spazio per ogni voce che ha qualcosa da dire. Cristina S. Si fa quel che si può, e non sempre si può fare quel che si vorrebbe Cara Signora Cristina - Ci duole di non aver "coperto", come si dice in gergo, un evento importante come quello marinese, ma a dispetto della più che buona diffusione che abbiamo raggiunto, questo resta un giornale essenzialmente costruito sul lavoro volontario, un fatto che è insieme il suo punto di forza, poiché nessuno può dire a chi ci scrive dove attaccare il ciuco, e di debolezza perché si trova a competere con chi è abbondantemente foraggiato e può permettersi dipendenti. Noi molto spesso possiamo contare solo sulla buona volontà di nostri lettori che si improvvisano corrispondenti e ci aiutano a "tappare un buco" stare su una notizia che non avremmo potuto seguire. Il dispiacere è aumentato dalla nostra sensibilità verso il teatro popolare e quelle attività di cantiere culturale (attraverso le quali siamo passati in anni diversi) che consideriamo essenziali per la crescita civile e l'educazione alla socialità dei più o meno giovani cittadini. La nostra risposta finiva qui con i saluti ma abbiamo dovuto rimetterci mano perchè, per ironia della sorte (o delle mail) immediatamente dopo ci è arrivata un articolo proprio sulla stessa manifestazione, che ovviamente le proponiano ringraziandola di averci scritto. S.R. Si può conciliare il dolore di una scomparsa e uno spettacolo che fa pensare Nella festa dell’8 dicembre la piazza di Marciana Marina ha lasciato il posto al profondo sentimento di cordoglio e partecipazione di fronte all’ultimo saluto fatto dai marinesi a Fabrizio Paolini e tutti gli altri giovani che ci hanno lasciato prematuramente negli anni. I circa 85 partecipanti allo spettacolo (bambini, giovani e genitori) insieme al numeroso pubblico presente hanno voluto così dedicare a Fabrizio il lavoro che li ha uniti negli ultimi mesi per preparare l’ormai consueto spettacolo di apertura delle feste natalizie con una lettera: “caro Fabrizio, non è facile oggi essere qui dopo quello che ti è successo, ma è giusto fare e dedicarti questa rappresentazione dove gli argomenti trattati sono la vita e la morte. La vita e la morte sono visti molto distanti tra loro senza rendersi conto che invece viaggiano sempre per mano. Fabrizio in un attimo sei andato via ma non andrai mai via dalle nostre menti e dai nostri cuori. E’ troppo grande il vuoto che abbiamo dentro, impossibile da colmare e il modo migliore di ricordarvi è la nostra unione che ci vede tutti insieme in questa piazza. Vi dedichiamo l’accensione dell’albero che nella nostra tradizione significa avvicinamento al Natale ovvero alla natività e alla vita. Vorremmo che il nostro affetto e la nostra voce arrivassero fino a voi e che questo giorno vi sia sempre dedicato.” Così ha avuto inizio lo spettacolo di ispirazione medievale “Omega e alfa: la fine e l’inizio”; una performance messa in scena da bambini e genitori che insieme si sono impegnati per testimoniare un modo alternativo di fare vita di comunità: un modo divertente e costruttivo di impegnare il loro tempo (soprattutto quello lento e spesso vuoto dell’inverno) e donarlo agli altri. Inoltre l’argomento scelto quest’anno era particolarmente vicino al sentimento di questi giorni di lutto: la stretta vicinanza tra la vita e la morte, tra la morte e la vita. Il trionfo di danza, di musica e di fuochi del finale ha accompagnato il pubblico presente in un viaggio della speranza, la speranza che la morte venga vinta dalla vita e dalla gioia del domani. Paola Rossi


Marciana Marina - Piazza di Chiesa

Marciana Marina - Piazza di Chiesa

marciana marina piazza chiesa

marciana marina piazza chiesa

natale albero marciana marina

natale albero marciana marina