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Lettere su Pinochet e ragionamenti sulla storia

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 13 dicembre 2006

Caro Direttore Non sono elbana, non vivo all'Elba, ma la amo nonostante tutti i problemi che in questo momento sta vivendo. Ho appena letto l'articolo di Tiro Fisso e Sergio Rossi riguardante la morte di Pinochet ho un groppone in gola che non va né su né giù, e mi viene solo da dire grazie. Ero adolescente nel '73 e ricordo i primi tentativi di impegno politico,con le "schicchere" di mia madre che non voleva che mi impegolassi in "cose da uomini".... Ricordo gli Inti Illimani e la loro malinconia,la morte di Allende, i cortei e la paura che si poteva notare anche nella televisione in bianco e nero. Ho letto il suo articolo direttore e ho fatto un salto indietro nel passato ed è vero ciò che avete scritto. Quando un uomo muore non c'è da gioire, ma quando muore un dittatore il mondo tira un respiro di sollievo. Grazie ancora per le parole. Buon lavoro a lei e a tutti i suoi collaboratori. Daniela Caselli Grazie Sergio. Grazie a te e ai tuoi commossi ricordi. Grazie a Tiro Fisso, che ha interpretato con serenità i sentimenti di molti. Walter Tonietti Ringraziamo la signora Daniela e l'amico Walter anche a nome di Tiro Fisso, le buone parole incoraggiano a lavorare, ma risolvono anche un dubbio: quello relativo alla pertinenza del trattare argomenti globali insieme alle notizie commisurate al territorio delimitato di cui parlano le cronache di questo giornale. Ci viene da risolverlo il dubbio pensando proprio a periodi diversio da questo, tempi in cui la politica aveva una "P" magari più ingenua e meno informata ma più maiuscola di quella di oggi. Allora anche a Portoferraio all'Elba si parlava di VietNam non si beveva acriticamente tutto quello che ci veniva ammannito dalla TV, non si correva il rischio odierno di un'overdose di informazione che annulla i tempi di una autonoma riflessione delle singole persone su ciò che accade nel mondo. Pensare con la propria testa serve anche a porsi domande scomode del calibro: Perché un uomo tanto grande e amante della giustizia come fu Giovanni Paolo II° inviò la sua "particolare benedizione" ad uno sporco assassino, un traditore della democrazia non pentito come Pinochet? Ma serve anche a controllare il pane culturale quotidiano. L'altra sera la Rai trasmetteva un lungo programma dedicato a Richard Nixon di cui si è detto più o meno tutto e non si è spesa una mezza parola sul suo coinvolgimento nel golpe cileno che pure è una delle più vergognose pagine della storia statunitense. E la storia più o meno recente ci da anche gli strumenti di lettura della cronaca. Oggi sono morti altri 5 ragazzi americani, e chissà quanti Irakeni (che non sono meno persone), in una guerra orribile come tutte le guerre sulla quale (come accade in occasione di ogni guerra) ci hanno raccontato una marea di puttanate, per la quale muoiono come mosche (come in ogni guerra) i più deboli, gli innocenti, i costretti a combattere da miseria, poca scienza e poca cultura. Conoscere la storia, discuterla, aiuta ad isolare moralmente la guerra ed i suoi tristi signori.


allende salvador 2

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Pinochet e il papa

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