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A Sciambere sotto l'orologio

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 12 dicembre 2006

Narrano le cronache elbane che una signora giunta all'eta di 94 anni ed essendo inferma e solo poche ore dalla dipartita, mantenesse tanto spirito e lucidità da rispondere al nipote che le chiedeva premuroso: "Nonna avete voglia di qualcosa?": "Eh averei anco voglia di fammi una caletta co' un bel ragazzo, ma ho idea di 'un'esse' tanto ne' mi' cenci!" (mi sorriderebbe l'idea di congiungermi amorosamente con un bel giovane, ma temo di non essere nella mia migliore forma) e si dice pure che quelle furono le ultime parole che pronunciò. Facendo i debiti scongiuri e mutato ciò che c'è da mutare ci sentiamo un po' come quella autoironica signora, cominciamo a soffrire di una fortissima nostalgia per i tempi in cui si discuteva di politica, magari al bar o sotto l'orologio di piazza o ancora solo si assisteva ad una discussione tra due o più soggetti che vedevamo fisicamente presenti interloquire magari in maniera dura, ma non sfuggendo al reciproco influenzarsi, alla contaminazione con le idee altrui che è connaturata col confronto. Ci pare che oggi si sia smesso di discutere si tenda a ragionare per slogan per affermazioni apodittiche, si sparino contumelie per partito preso, non si attenda più neanche la risposta altrui perchè il fine non è convincere ma sopraffare. Tutto ciò produce una caricatura della politica, una sorta di solipsismo segaiolo (se l'assessore mi consente) senz'anima e senza tensione ideale, che non comprendiamo come possa calamitare, come possa appassionare razionalmente le persone, perchè la politica è un bilanciato mix di passione e razionalità. Così ci sentiamo sempre più vicini a rispondere a quelli che ci chiedessero se ci manca qualcosa: "Eh la politica .. ma ho idea che con tutti questi che si parlano addosso, tanto sarebbe sonagli un corno che un violino"


Porta a mare 3

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