Nuova impresa del portacolori dell'atletica isola d'elba Massimo Russo in terra d'Africa, questa volta in Senegal, dove venerdi 8 dicembre ha vinto la seconda maratona estrema consecutiva, la Marathon d'Afrique, che si è disputata all'interno della savana nei dintorni di Saint Louis, nel nord del paese in prossimità del confine con la Mauritania. Caldo torrido, piste sabbiose, difficoltà di orientamento e principio di disidratazione sono stati i rischi maggiori che hanno dovuto affrontare i concorrenti che si sono presentati al via della prima fortunata edizione di questa gara; la partenza, alle otto del mattino con un'aria fresca aveva illuso tutti, ma nel giro di poche decine di minuti la temperatura è salita decisamente passando abbondantemente i 30 gradi, obbligando i concorrenti a dosare con accortezza le scorte d'acqua per evitare di correre maggiori rischi, come purtroppo, anche se senza gravi conseguenze, è capitato ad alcuni atleti. Massacrante il fondo di gara, prevalentemente sabbioso, che ha impegnato duramente i concorrenti, i quali per cercare di non affondare hanno dovuto correre spesso fuori pista dove però arbusti spinosi creavano problemi di diverso, e doloroso, genere. Suggestivo l'attraversamento dei villaggi, precedentemente concordato dagli organizzatori con i capivillaggio, ai quali sono stati donati generi alimentari per ringraziarli dell'ospitalità; durante l'attraversamento i concorrenti erano salutati dagli abitanti nei loro coloratissimi costumi tradizionali ed in alcuni casi gli stessi hanno anche brillantemente gestito i ristori in collaborazione con gli organizzatori. La gara di Russo è stata improntata con accortezza, cercando di spingere dove effettivamente si poteva cercando di non affaticare eccessivamente la muscolatura in vista del tartto finale che si è poi rivelato di una durezza assoluta; l'elbano ha corso fino a metà gara con l'altoatesino Richard Gross, poi dopo la sosta ai 21 km ha allungato il passo controllando il vantaggio sul secondo e cercando di gestire un principio di disidratazione negli ultimi cinque chilometri ed infine chiudendo con il tempo di tre ore e diciassette minuti, cinque minuti prima di Gross. La gara sia da parte dei partecipanti, sia da parte degli addetti ai lavori, è stata definita come una delle più dure nel suo genere, tanto che alcuni concorrenti, veterani di gare estreme come Marathon des Sables o 100 km del Sahara hanno riferito che condizioni così pesanti non ne avevano mai trovate. Grande soddisfazione quindi per l'atleta elbano che bissa la vittoria colta poco meno di due mesi fa alla Chott Marathon in Tunisia e si impone come nome nuovo di livello assoluto nel panorama del trail running estremo.
Massimo Russo maratona