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Controcopertina - Giorgio Fanti: contro le mafie, ma con misure concrete

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 10 dicembre 2006

"L'Elba rischia di diventare, ed in parte è già divenuta, una propaggine della malavita organizzata": esordiva così l'appello che all'inizio di novembre abbiamo indirizzato all'opinione pubblica, al governo, ai parlamentari a tutte le istituzioni publiche che hanno giurisdizione all'Elba, alla magistratura ed alle forze dell'Ordine. L'appello, chiamato dei dodici, si è dimostrato corrispondere a sensibilità e preoccupazioni molto diffuse nell'Isola. Vi sono stati in questi giorni due apprezzati interventi pubblici del Sindaco di Portoferraio e diverse prese di posizione di forze politiche, dai DS a Rifondazione, nonché della Comunità Montana, eil tutto coronato, come era nei voti, dalla riunione "aperta" del Consiglio Provinciale indetta per il 28 Novembre su "Legalità e Trasparenza" Erano presenti alla De Laugier tutti gli interessati, dal Prefetto ai Sindaci alle Forze dell'Ordine. Mancava però la Magistratura e mancava soprattutto un disegno per la riunione "aperta" al pubblico perché ascoltasse, ma non per ascoltarlo come si sarebbe dovuto. A chi avrebbe voluto intervenire si è risposto di inviare un intervento scritto, che sarebbe stato pubblicato con gli atti della riunione, cioé messo in archivio. Così predisposta la riunione non poteva concludersi che con un nulla di fatto. L'esortazione alla vigilanza era scontata, così come il compiacimento per quanto le forze dell'ordine hanno fatto, e molto lodevolmente hanno fatto "per impedire che la criminalità organizzata controlli il territorio elbano". Questo controllo "non esiste" ha affermato il Prefetto. Ma fino a che punto? La domanda è più che leggittima, se il giorno stesso della riunione, i carabinieri hanno arrestato a Campo un noto boss della camorra napoletana, e il giorno dopo il "Circolo Lupi" (PRC ndr) denunciava il rischio per l'Elba di diventare un territorio privilegiato per i riciclaggi del denaro sporco, così come affermava la Commissione Caponnetto il 7 Dicembre. Non si citano esempi, ma è noto che già una parte della ristorazione elbana - ristoranti, pizzerie, tavole calde, bar, delle attività alimentari e rivendite varie é già finita nelle mani di persone provenienti da zone dove la criminalità organizzata è ben presente. Nel nostro appello si sollecitavano misure per fermare la penetrazione criminale, come potrebbe essere per i casi appena citati, una disposizione di legge che vieti il trasferimento delle licenze di pubblico esercizio, o di concessione demaniale in caso di cessazione delle attività. Abbiamo anche sollecitato nell'appello, il riesame urgente delle strutture amministrative, proponendo l'unificazione in un solo Comune degli attuali 8 Comuni, uno spreco ed un anacronismo ingiustificabili per una popolazione di 30.000 abitanti che non ha bisogno di 8 servizi d'anagrafe, 8 servizi di vigili municipali, di 8 servizi tecnici urbanistici, i quali sono di fatto un possibile veicolo di corruzione, per l'altro male endemico che affligge da anni affligge l'isola, cioé il cemento e il mattone, cioé il disordine urbanistico e la proliferazione selvaggia di case ed abitazioni che hanno deturpato il paesaggio e sovraccaricato inutilmente il territorio perché rimangono largamente sfitte. La conferma, il 5 scorso, del rinvio a giudizio dell'On. Matteoli per lo scandalo della cosiddetta Elbopoli, che hanno già mandato in carcere magistrati e funzionari dell'ordine, amministratori e tecnici comunali, suona come un richiamo fragoroso perché si provveda con l'indispensabile urgenza. Per tutto questo l'Appello di Novembre lo ripresento a tutti i destinatari e chiedo loro una risposta sollecita.


giorgio fanti 25 aprile 2006

giorgio fanti 25 aprile 2006