Non ci toglieremo mai dagli occhi la scena che vedemmo affacciandoci da un muretto sulla sottostante chiostrà nei pressi di un locale elbano una serata di maggio del 1965: in poche decine di metri quadrati c'erano almeno quaranta giovani che se le davano di santa sragionevolezza poichè si pestavano alla cieca, tutti contro tutti, senza che si sapesse chi e perché avesse cominciato. Accadesse oggi una cosuccia così avremmo assicurata l'apertura di giornale, scatterebbero un mare di denunce e al pronto soccorso dell'ospedale farebbero mattina a compilare referti di guarigione con prognosi tutte tra i tre e i sette giorni. Non andò così: arrivarono i carabinieri, con due berci fecero cessare le ostilità, presero i nomi di tutti e fecero dei singoli partaccioni a tutti i presenti (compreso chi come noi non aveva partecipato ai ludi pugilistici) e morta lì. A quei tempi ricorrere alle cure mediche per un occhio nero non era concepibile, così come denunciare uno che ti aveva dato una puntata. Ci ha condotto al paragone l'insistito ragionare degli ultimi giorni sul bullismo. Intendiamoci, deprechiamo ogni forma di violenza e di prepotenza e del far-west ci piacciono poco anche i film, ma proprio per quanto riguarda la violenza non siamo poi così convinti che i giovani di oggi siamo più violenti di quelli di qualche tempo fa; siamo anzi portati a credere che essi siano meno violenti ma molto più cattivi nei comportamenti di chi li ha preceduti sulla crosta terrestre. Come dire che dietro alle frequenti "peste" tra i maschietti dell'epoca o (tanto per la verità e la parità) dietro le terribili zoccolate di Patrizia Cherici, perfino dietro le sassaiole (battaglie a pietrate: una pratica che farebbe svenire molte odierne apprensive genitrici) c'era comunque un fondo di rispetto dell'altro. La guerra per bande di giovani ed adolescenti era consentita, ma l'accanirsi di un branco verso un singolo debole, era una vigliaccata vergognosa. Sarebbe opportuno che gli adulti e rispettabili signori che hanno partecipato a quelle risse e che sono bravi cittadini, prima di inorridire di fronte a quello che combinano i loro figli e nipoti, e(terminiamo con un paradosso) atteso che la violenza è comunque sbagliata, perché hanno trasmesso così pochi valori ai successori, al punto che questi non sanno neanche fare le cose sbagliate nella maniera più giusta, e socialmente accettabile.
occhio nero