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Denunciate tre persone dai Carabinieri in relazione ai furti di documenti in ospedale Truccando carte d'identità e buste paga tentavano di scucire soldi a finanziarie on line

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 08 dicembre 2006

Nella caserma dei Carabinieri continuavano a giungere persone che erano state vittime dei "topi" di ospedale a sporgere denuncia anche mentre il Capitano Basile e il Tenente Papasodaro spiegavano l'operazione condotta. Persone che magari pensavano di aver "perso" un documento, una carta d'identità, un innocente tesserino del codice fiscale o anche più semplicemente una busta paga, che è un pezzo di carta dove ci sono solo dei numeri. Dipendenti dell'ospedale, ex-degenti e persone trovatesi tra le mura ospedaliere per lavoro o casualmente che alla luce delle voci circolanti e delle notizie apparse sulla stampa realizzavano che quello che era loro sparito avrebbe potuto procurare dei grattacapi. La stima del numero degli "alleggeriti" si aggira al momento intorno alle 25 persone, ma potrebbero essere anche di più. I "Topi" risultavano essere due dipendenti dell'ospedale (il portoferraiese C.M. di 42 anni. piccoli precedenti per reati contro il patrimonio ed il padovano C.E. trentaseienne) che in precedenza si erano limitati a visitare tasche e stipetti di colleghi rubacchiando del contante, ma che da settembre avevano alzato il tiro avendo incontrato in un internet-point un terzo socio, M.S. un cinquantottenne romano appena uscito dal carcere di Porto Azzurro a causa dell'indulto che aveva cancellato il residuo di una lunga pena che aveva scontato. All'uomo, che aveva una certa esperienza di informatica, venivano affidati i documenti rubati che erano scannerizzati e dai quali venivano tratte fotocopie che opportunamente ritoccate dovevano servire nelle intenzioni del terzetto ad ottenere piccoli prestiti da finanzarie che operano on line ed a compiere acquisti in internet. I ritocchi erano essenziali su alcune carte di identità l'immagine del titolare era sostituita da quella di uno degli aspiranti truffatori sulle buste paga veniva falsificato il numero del conto corrente bancario di accredito sostituendolo con quello di uno dei tre. E mente il lavoro di falsificazione veniva eseguito dall'"informatico" a domicilio, le operazioni in rete erano gestite sui P.C. di un internet Point. Per fortuna le pessime intenzioni del trio sono state in buona parte vanificate dall'operazione dei Carabinieri partita da una segnalazione del sospetto smanettìo del "tecnico" sui documenti raccolta da un militare della compagnia. Il lavoro dell'Arma conduceva alla perquisizione della stanza locata dall'ex-detenuto. In quell'ambiente veniva trovata una notevole quantità di documenti sottratti ed apparecchiatore elettroniche nelle cui memorie erano stati immagazzinati i dati dei derubati. Ma si risaliva anche ai complici dell'uomo, ed un altro PC dal contenuto interessante lo si scovava presso l'abitazione del "topo" padovano, che deteneva anche illegalmente altro materiale come interi blocchi del ricettario di un ex-primario dell'ospedale ora in pensione e delle ricette con delle false prescrizioni a suo nome di psicofarmaci; inoltre il veneto (particolare curioso) veniva trovato anche in possesso di due biciclette rubate, grossolanamente riverniciate con bombolette spray (puntualmente rinvenute). L'ultima perquisizione veniva compiuta a casa del portoferraiese implicato nella vicenda, ed anche in questo caso emergevano documenti rubati in ospedale. La prima fase di un lavoro di indagine che si preannuncia ancora lungo e complicato, si concludeva con la denuncia a piede libero dei tre con l'accusa di aver commesso in concorso di loro e sotto il vincolo della continuità, una serie di reati: furto aggravato, ricettazione, sostituzione di persona, falsità materiali da parte di privati in atti e certificati e tentata truffa. Tantata truffa appunto perchè la tempestività dell'intervento non ha consentito infatti (almeno secondo i dati raccolti fin'ora) che alcuna delle richieste di finanziamento già inoltrate andasse a buon fine. Le notizie hanno creato molto sconcerto in ospedale, così come una discreta irritazione ha provocato ieri l'apparizione di uno degli indagati che "tomo tomo cacchio cacchio" si recava a mensa, beccandosi le rimostranze di una invelenita (e probabilmente alleggerita) collega, mentre il più avvertito compare presentava una certificazione medica (questa volta non fasulla) che lo dispensava dal servizio.


Topi ospedale  2006  papasodaro Basile

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Topi ospedale 2006 computer

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topi ospedale 2006 documenti

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