I furti all'interno delle auto erano fino a poco tempo fa una rarità all'Elba, tanto che molti non hanno ancora una copertura assicurativa specifica. Ma negli ultimi mesi, nel versante orientale dell'Elba, da Porto Azzurro a Cavo, si erano ripetuti dei furti di autoradio ed altre attrezzature elettroniche a bordo di veicoli che erano stati lasciati in sosta nelle ore notturne. In tutti casi le auto erano state aperte forzando le serrature e i Carabinieri avevano raccolto denunce e segnalazioni di 6 diversi episodi (non potendo però escludere che ne fossero accaduti altri non denunciati). Le indagini venivano svolte dai Carabinieri della stazione di Rio Marina nella cui zona si era verificato il maggior numero di furti, e l'identificazione del "topo d'auto" si avvicinava con una segnalazione di alcuni elementi della targa dell'auto che aveva usato per recare a compiere uno dei lavoretti. I Carabinieri "puntavano" N.M., un ventiquattrenne di origini campane ma residente da tempo a Rio nell'Elba, di professione muratore, il quale peraltro, con molta leggerezza e non pensando di essere udito, si sarebbe pure vantato delle "sottrazioni" che aveva operato di materiale probabilmente "piazzato" in continente. Accumulata una serie di "molteplici e concordanti indizi" i Carabinieri, su mandato del Magistrato investito del caso, procedevano ad interrogare in qualità di indagato il giovane che, in presenza del proprio legale, si avvaleva della facoltà di non rispondere. Nei suoi confronti veniva formulata l'ipotesi di reato di furto continuato e pluriaggravato.
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