Era stata una vacanza elbana abbastanza dispendiosa quella di un quarantenne di Camaiore, in lucchesia (D.A. le sue iniziali), che ritrovandosi a dover compiere dei lavori di carrozzeria alla sua Volvo 850 (verde, occhio, avesse a riprovarci) si era rivolto ad un artigiano di Porto Azzurro che gli aveva presentato un conto di 300 euro (lui aveva pagato staccando un assegno da 1.000 euro facendosi dare 700 euro in contanti). Poi il lucchese aveva fatto rifornimento di benzina (ancora a Porto Azzurro) nell'occasione acquistando anche due pneumatici per la sua auto presso la stazione di servizio ,spendendo 230 euro ancora pagati con un assegno. Tutto ciò accadeva nell'Ottobre scorso ma gli esercenti una volta che portavano all'incasso in banca i due titoli di credito avevano la sorpresa sgradita di scoprire che quei due assegni provenivano da due mazzette che erano stati sottratte (insieme ad un borsello) ad un ristoratore di Vicopisano non molti giorni prima. I due si rivolgevano ai Carabinieri di Porto Azzurro che iniziavano a compiere minuziose indagini partendo dal nome di battesimo del soggetto che ovviamente nel frattempo aveva fatto perdere le sue tracce e dai tabulati telefonici, fino a quando non si giungeva alla identificazione del lucchese che, avendo precedenti specifici veniva identificato nelle foto di archivio dai due raggirati longonesi. A quel punto il D.A. veniva denunciato alla Magistratura per truffa, ricettazione, e falsità in titoli di credito. Ma le indagini dovranno proseguire poichè ci scopriva che il derubato dagli assegni era il padre di una donna in passato legata con il D.A., con la quale il protagonista della vicenda aveva preso recentemente contatto nel tentativo di riallacciare i rapporti.
Porto azzurro panorama 7