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Carovana Antimafia accolta da un documento del comitato promotore

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 22 novembre 2006

Oggi martedì 21 novembre, nella Sala consiliare del Comune di Portoferraio, si è svolta la riunione per definire gli aspetti organizzativi della tappa elbana della Carovana Antimafia. Il programma di sabato 25 novembre prevede il ritrovo alle ore 10 al Porto di Portoferraio per accogliere l’arrivo di mezzi e persone della Carovana Antimafia. Successivamente si raggiungerà Piazza della Repubblica dove prenderanno la parola vari relatori. La scaletta degli interventi sarà resa nota nella conferenza stampa di giovedì prossimo. All’incontro, presieduto dal sindaco di Portoferraio Roberto Peria, hanno partecipato rappresentanti delle seguenti realtà: Comune di Rio nell’Elba, Comunità Montana dell’Arcipelago Toscano, Cisl, Italia dei Valori, Confcommercio, Confesercenti, Coldiretti, Cna, Faita, istituti scolastici Comprensivo Campo nell’Elba, Comprensivo Marciana Marina, ISIS “Cerboni” e ISIS “Foresi”. Nel rinnovare a tutta la cittadinanza l’invito a partecipare alla manifestazione di sabato 25, il Comitato Promotore della tappa elbana della Carovana Antimafia ha diffuso il seguente documento : Le recenti cronache sulle vicende di criminalità organizzata, ci consegnano per la nostra Isola un quadro preoccupante rispetto al quale serve attenzione, impegno e partecipazione. Nelle realtà dove si verificano fenomeni mafiosi non c’è niente di più sbagliato che dire che quei fenomeni non ci sono, non esistono, non ci riguardano. La cultura del silenzio e della passività è una cultura socialmente perdente. Al contrario è necessaria una cultura del coraggio, della risposta ferma e democratica ed il coinvolgimento attivo di tutte le istituzioni e di tutte le forze sane della società, del mondo della scuola, delle imprese, del sindacato, della politica, dell’associazionismo e del volontariato in un progetto comune di affermazione dei valori della legalità. Il problema è che quando un fenomeno è fortemente espansivo, come la mafia, se trova scarse barriere istituzionali e sociali diviene inevitabilmente pericoloso, poiché tende a proliferare e disseminarsi rapidamente; ma può diventare addirittura devastante se incontra un sistema locale, quale quello elbano, caratterizzato da importanti flussi di denaro collegati ad un’avanzata economia turistica, da un’impresa locale spesso di piccolissime dimensioni e fragile, da un sistema bancario prevalentemente orientato all’economia turistica, ma non strutturato per fungere da presidio contro i fenomeni di illegalità finanziaria, da una sponda istituzionale spesso ancora troppo debole e divisa sulle politiche di contrasto. Noi oggi non abbiamo una mappa precisa dell’inquinamento criminale e mafioso sul territorio; quello che sappiamo deriva dalle notizie giornalistiche relative all’operato encomiabile della magistratura e delle forze dell’ordine. Ciononostante i fatti descritti ci parlano di fenomeni di grave illegalità, di cittadini inermi caduti nella rete perversa dell’usura, di piccole imprese svuotate dall’interno e cancellate. Una simile situazione non può che imporre la creazione di una rete di protezione e prevenzione, che sostenga chi è caduto vittima e che costituisca un elemento di presidio territoriale contro ogni tentativo di inquinamento futuro. Ma quello che conta è anche la scommessa di un nuovo quadro di valori positivi e costruttivi per questo territorio: un’economia rinnovata in grado di garantire nuove prospettive di occupazione e crescita soprattutto per i più giovani, delle istituzioni locali più efficienti e attente, una maggiore giustizia sociale, il contrasto ad ogni forma di sommerso e lavoro nero, un nuovo modello di sviluppo centrato sulla sostenibilità ambientale e sociale delle scelte, un sistema di regole chiaro nella gestione del territorio e nella pianificazione dello sviluppo, un’etica della responsabilità e della solidarietà nei comportamenti e nellea azioni. Da questo quadro, da questo contesto, che tutti siamo chiamati a costruire, debbono discendere provvedimenti concreti contro i fenomeni criminali: - campagne di educazione alla legalità e alla cittadinanza che guardino soprattutto ad un coinvolgimento attivo della scuola e delle famiglie sul tema della legalità; - creazione di un osservatorio o comitato permanente che costituisca una “rete” di prevenzione e protezione locale, coinvolgendo le istituzioni del territorio, la prefettura e le forze dell’ordine, le rappresentanze imprenditoriali e sindacali, le associazioni impegnate sul tema della legalità; - la creazione di un numero verde e di uno sportello antiusura, che costituiscano punto di riferimento per tutti coloro che possono trovarsi a rischio; - la nascita di percorsi di collaborazione col sistema creditizio e bancario, finalizzati ad un positivo sostegno dell’imprenditoria giovanile e del mondo del lavoro sano. Impegnarsi su questi temi è un compito di tutti, un compito fondamentale per il nostro territorio, per il nostro futuro, per le nostre imprese, per le nostre famiglie, per le giovani generazioni. Un dovere a cui nessuno può sottrarsi per l’importanza della partita in gioco. “Un uomo fa quello che è suo dovere fare, quali che siano le conseguenze personali, quali che siano gli ostacoli, i pericoli o le pressioni. Questa è la base di tutta la moralità umana”. Dal ricordo di questo messaggio di Giovanni Falcone nasca un rinnovato impegno di tutti.


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