In questo giornale succedono cose strane, oggi nel fare pulizie in quella maialaia informatica nella quale si stava trasformando il nostro PC, abbiamo rinvenuto un file titolato "rasce" che non ci ricordavamo cosa fosse. Lo abbiamo aperto e ci abbiamo trovato un gustoso e breve raccontino, in pratica un A Sciambere "sputato" e servito. Giudicate voi: "Avevo circa quindici anni quando entrando di corsa nella boutique di Dolores a recuperare un sacchetto di carne che avevo appoggiato per farmi due vasche in Calata con le amiche, vidi che c'era un cliente, un uomo di una certa età. Era tardi, dovevo tornare a casa al più presto se volevo evitare una romanzina da parte di mamma Marisa. Mentre recuperavo la futura cena, il cliente mi guardava come se dovessi conoscerlo e perciò salutarlo. Abbozzai un mezzo sorriso spremendomi le meningi, ma non troppo e arrivai alla conclusione che forse era un vecchio comandante, amico di mio nonno Rocco. Gli rivolsi un mezzo sorriso e, una volta a casa, raccontai l'episodio a mia madre: - Devo aver fatto una figuretta con un amico di nonno che era da Dolores, ma proprio non mi viene in mente il suo nome e non l'ho salutato. Il giorno seguente, davanti a una zuppiera di insalata verde, Dolores ci aggiornò sui suoi clienti vip: - Ieri è venuto Renato Rascel. M'ha comprato un bel po' di roba per la donna che era con lei. A quel punto associai il nome al volto ed esclamai: " Ecco chi era!". Stabilito chi era il misterioso amico di nonno, va però detto che nessuno dei nostri nonni si chiamava Rocco e nostra madre non si chiamava Marisa. Non era roba nostra. Ci siamo quindi "mangiati il cacio vinciuto" poiché abbiamo passato tutto il tempo risparmiato per scrivere l'a sciambere a lambiccarci il cervello nel vano tentativo di ricordare chi ce lo aveva inviato e perché fosse mai finito in archivio. Vabbè, caffé pagato, a chi ne reclama la paternità.
Rascel magnani totò