«Il dubbio resta uno solo: non perché Napoleone sia arrivato all’Elba, ma perché abbia deciso di abbandonarla… dato che non aveva neppure la preoccupazione del treno per Pisa». A chiederselo è Toby Moore, inviato del quotidiano inglese Daily Mail, che ha voluto dedicare all’Elba e alle sue bellezze un lungo articolo sul suo giornale. "Un tuffo nel passato», «un luogo da sogno», «con spiagge incantevoli, vino e piatti tipici sublimi». Un ritratto accurato nei minimi particolari, dai cenni storici alle pennellate dei borghi elbani, ai ristoranti da non perdere alle informazioni più utili sul come arrivare. Preziosi suggerimenti destinati a un pubblico vastissimo, considerato che il Daily Mail vanta una tiratura quotidiana di oltre 2 milioni e 300 mila copie, che finiscono per raggiungere ogni giorno più di 11 milioni di lettori. Un piccolo miracolo di comunicazione, merito dell’ufficio stampa dell’Hotel Ilio di Maurizio Testa, già autore con Valeria Tallinucci del libro Marketing per le isole (ed. FrancoAngeli, 205 pagine, 18 €), capace con un limitato ma ben mirato investimento di guadagnarsi un enorme ritorno pubblicitario, praticamente a costo zero: «Con un ufficio stampa da 5 mila euro all’anno – spiega Maurizio Testa – abbiamo guadagnato, in termini promozionali, pubblicità per oltre 740 mila euro. La riprova che questa è la strada giusta da percorrere per tutto il sistema Elba è stata immediata. In un mondo come quello turistico, dove i clienti prenotano le proprie vacanze all’ultimo momento, abbiamo già prenotazioni per la prossima stagione. Per questo insisto nel ripetere che il futuro della nostra economia passa attraverso una promozione mirata, veicolata da uffici stampa flessibili in stretto contatto tra loro». Il servizio del Daily Mail arriva a un anno di distanza da un altro importante speciale uscito sempre sulla stampa di Sua Maestà, sull’Observer. «Allora sfruttammo l’anniversario della battaglia di Trafalgar, ma in entrambe le occasioni il filo conduttore è stato Napoleone – ricorda Testa. Dobbiamo insistere sul mercato inglese che al momento è pur sempre il sesto bacino di utenza per l’Elba ma che, in fin dei conti, ha un “peso” di sole 70 mila presenze l’anno sul totale. Il problema fino ad oggi, come del resto spiega anche il giornalista Moore nel suo articolo quando parla di “invisibilità dell’Elba agli occhi degli inglesi”, sono stati i trasporti. Ma adesso sono una quindicina i voli che collegano l’aeroporto di Pisa con il Regno Unito, purtroppo resta da sciogliere il nodo trasporti da Pisa all’Elba sul quale siamo migliorati, grazie ai collegamenti Elbafly e alle navette bus, ma che richiede ulteriori sforzi». Del resto, come recita il finale del servizio, se non Napoleone qualcun altro deve ancora oggi «preoccuparsi del treno da e per Pisa…».
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