Non si nasconde Saviano, ripropone nella sua opera prima la stessa linea del giornalista d’inchiesta, non si nasconde dietro le pagine di un romanzo-documento che oltrepassa la cronaca romanzata (es. “Romanzo criminale” di De Cataldo), e la ripetitività del pamphlet giudiziario alla Travaglio. Saviano traduce la sua ansia di reporter sulla notizia e il suo senso di appartenenza ad una città e alla sua gente, in un documento completo, modulando emozioni personali, dati processuali, voci di strada e esperienze dirette, scrive come se, saturo di tutta una serie di conoscenze, fosse inevitabile renderle pubbliche, quasi a mediare, attraverso il confronto con gli altri, il peso della frustrazione. Scrive come sentisse su di sé il peso della vergogna collettiva che avvolge una parte di Italia, o almeno così dovrebbe essere, mentre invece a patirne il disagio è chi non vuole arrendersi e denuncia, o chi non sa come difendersi e finisce al sanatorio per malati mentali, come le madri di figli senza futuro di Scampia. (la recensione completa nella rubrica Il Libro NDR)
Roberto Saviano