Dopo aver disertato l’Assemblea, i tre sindaci del centrodestra elbano hanno fatto sentire le loro tonanti voci minacciando sfracelli di ogni genere e prefigurando un fosco avvenire per la nostra isola, con pesanti ripercussioni sulla vita dei cittadini e delle istituzioni locali e comprensoriali. Ad un errore addebitabile soltanto ed esclusivamente alle loro profonde e proclamate divisioni interne, se ne aggiunge un altro ancor più grave che denota scarso equilibrio politico ed una approssimativa considerazione del ruolo degli enti locali. Ci vuole comunque un bel coraggio ed una bella faccia tosta per accusare il centrosinistra di avere “un’idea proprietaria delle istituzioni”, quando per ben quattro anni Bosi, Papi e Martini hanno consentito la più arrogante e brutale occupazione del potere che l’Elba ricordi da parte di un commissario come Barbetti, imposto dal governo Berlusconi e riproposto dal Ministro Matteoli nonostante le reiterate sentenze della Corte Costituzionale. Su questo non ci pare di aver notato alcun cenno di autocritica o di ripensamento. Il fatto è che nella riunione di martedì scorso i tre “delegati con vincolo di voto” non hanno neppure avuto il coraggio di proporre il loro candidato, affermando pretestualmente il diritto all’autonomia istituzionale per non sconfessare la dichiarazione pubblica dell’organo dirigente di Alleanza Nazionale che indicava una rosa di nomi, dalla quale non appariva quello di Barbetti. Non c’è stato, come dice il sindaco di Rio Marina, “un atteggiamento discriminatorio nei riguardi dei comuni non allineati al centrosinistra”, ma, al contrario, è stata espressa più volte, anche nel corso della lunga riunione della Comunità del Parco, la disponibilità ad eleggere un rappresentante della minoranza. A questa disponibilità si è risposto con una netta chiusura al dialogo e al confronto, non lasciando spazio a soluzioni condivise e concordate, come sarebbe stato utile e vantaggioso per tutti e, in primo luogo, per il rilancio di un ente troppo a lungo ingessato e umiliato dall’arroganza e dalla prepotenza di Matteoli e del centrodestra. Pur non essendo emersa ufficialmente la proposta di Barbetti, appare evidente che con essa si è messa in campo una vera e propria provocazione, rispetto alla quale non potevano esserci vincoli di coalizione e con la quale traspariva l’intento di dividere il centrosinistra. Viene il sospetto, inoltre, che lo stesso centrodestra, o perlomeno una parte di esso, abbia voluto così mandare allo sbaraglio l’ex uomo forte di Matteoli e creare contestualmente un pretesto per sottrarsi alla responsabilità di una politica unitaria per la gestione dei servizi e il governo del territorio della nostra isola. Al di là della stizzosa reazione dei tre sindaci e degli insulti rivolti al sindaco Peria e al presidente della Comunità Montana, c’è da augurarsi che ritorni presto il tempo della ragione e della saggezza politica. Ventilare ritorsioni nei rapporti “fra le amministrazioni locali e fra queste e gli enti comprensoriali”, come si legge nelle dichiarazioni di Bosi, Papi e Martini, non giova a nessuno e tanto meno alle popolazioni amministrate dal centrodestra. Una cosa è certa, noi non ci faremo in alcun modo intimidire dalle minacce e dalla voce grossa di chicchessia, consapevoli che gli elbani sanno ben distinguere fra chi si batte per gli interessi generali e chi invece antepone questi alle beghe personali e di partito.
cartello parco volterraio
DS Congresso Campo Mario Giannullo