La nuova casa di accoglienza per i detenuti è stata ristrutturata e ceduta in comodato d’uso per 10 anni dalla Diocesi di Massa Marittima e Piombino all’Associazione “Dialogo”, che opera dal 1986 nel campo del volontariato carcerario. La casa si trova nel centro storico di Portoferraio, in via Bechi, dove sono stati ricavati due locali, uno più grande ad uso dei familiari in visita ai detenuti, l’altro più piccolo, un monolocale che può ospitare un detenuto in permesso-premio. Nella stessa struttura sorgerà un piccolo ufficio che sarà la sede dell’Associazione. Il servizio era già stato attivato dai volontari che avevano preso in affitto negli anni passati un appartamento in loc. Albereto, poi un bilocale al Grattacielo con i quali hanno dato ospitalità a circa 200 persone. L’Associazione “Dialogo”, presieduta dalla prof.ssa Licia Baldi, ha avvertito la necessità di mettere a disposizione una struttura in grado di accogliere le famiglie giunte sull’isola per fare visita ai propri detenuti. Si tratta spesso di persone con scarse possibilità economiche che non si potrebbero permettere un soggiorno nei costosi alberghi elbani, e di famiglie provenienti da paesi stranieri che devono sostenere in aggiunta anche l’onere di un lungo viaggio. Per questo il servizio della casa-accoglienza è sentito come uno strumento che può riavvicinare nuclei familiari dispersi, che può servire a rinsaldare legami affettivi resi più difficili dalla detenzione. Nello stesso tempo i detenuti che godono di alcuni giorni di permesso, che sovente sono da spendersi obbligatoriamente entro i confini dell’isola, trovano in questo modo un luogo in cui potersi sentire un po’ a casa, e un punto d’appoggio che non richieda il pagamento di costosi affitti. Capita spesso, anzi quasi sempre, che gli stessi ospiti lascino dei contributi liberi, per coprire i costi della luce, dell’acqua, etc. Ma di solito, quando si parla di carcere e di detenuti, ci si imbatte nell’ostilità delle persone, magari motivata da un comprensibile, per quanto superficiale, atteggiamento di paura. Non sono mancate infatti, alla notizia dell’apertura della casa di accoglienza, manifestazioni di dissenso da parte degli abitanti della zona circostante, che hanno anche raccolto firme contro la realizzazione di questo progetto. Il discorso sarebbe piuttosto lungo quanto complesso, ma quando si parla di detenuti in permesso premio, si tratta di persone che hanno scontato più della metà della loro pena e che sono stati ritenuti idonei ad uscire da una serie di relazioni incrociate, degli educatori, degli psicologi, degli stessi familiari, e che hanno dato prova di buona condotta per tutti gli anni della loro reclusione. Inoltre, durante il permesso, sono sempre sotto stretta sorveglianza delle forze dell’ordine, e qualsiasi, anche minima, inottemperanza alle regole previste li priverebbe in futuro di ogni ulteriore beneficio. L’Associazione “Dialogo” crede di poter rendersi utile in due direzioni, aiutare coloro che si riaffacciano verso la società libera, e di rendere questo approccio, da entrambe le parti, il meno diffidente possibile.
Porto Azzurro casa di accoglienza