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Vincenzo portato a spalla sul suo ultimo percorso

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 09 maggio 2003

Il suo ultimo percorso, quello che lo ha condotto dalla chiesa parrocchiale fino al cimitero di Rio nell’Elba Vincenzo Galvagno lo ha fatto interamente sulle spalle dei suoi amici, che hanno voluto concedere al giovane padre di famiglia, all’operaio morto tragicamente sul lavoro, un onore che da anni non veniva tributato ad alcuna persona, il carro funebre è servito solo per trasportare i moltissimi fiori. Dietro centinaia e centinaia di persone, tutto un paese ed oltre, moltissimi gli edili venuti a salutare il compagno dagli altri paesi elbani. Rio Elba si è letteralmente svuotata e paralizzata e la partecipazione era palpabile, dimostrava quanto materno è questo paese costruito sulle rocce ferrose, quanto ha considerato da subito “compaesano” membro di una famiglia allargata il ragazzo nato e crusciuto a Bronte in un’altra isola, più grande e lontana, e venuto su per costruirsi un futuro con tutta la sua famiglia, le persone gravi e composte chiuse in un dignitosissimo dolore che lo seguivano da più vicino. Un futuro spezzato, troncato di netto da una tragedia in cui resta ancora da capire quanta parte ha giocato la fatalità, quanta parte l’eventuale inosservanza delle norme di sicurezza, che comunque in molti, dai sindacati al sindaco di Rio nell’Elba Catalina Schezzini, hanno denunciato come troppo spesso trascurate. Momenti “acuti” nel pomeriggio sono stati la lettura da parte del Parroco officiante della lettera del Vescovo Diocesano: come riuscire ad accettare la scomparsa di un ragazzo di 29 anni, l’uscita dalla Chiesa della folla con i familiari lasciati soli intorno al feretro per qualche minuto e in ultimo la deposizione nella tomba. Poi la gente ha iniziato molto progressivamente a diradarsi e piano piano anche il paese è tornato a vivere, ma rimanendo affettuosamente stretto alla moglie, agli altri familiari, soprattutto ai bambini di Vincenzo, morto a 29 anni di lavoro.

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