Bambole, non c'è una lira Egregio Direttore, devo contraddirla e dare un dispiacere agli aspiranti direttivisti del Parco Nazionale. La prebenda che lei cita nell’”A sciambere” di ieri era prevista in una prima bozza della Finanziaria, ma è stata tolta. Insomma, per i membri del Direttivo del Parco non c’è una lira e si dovranno accontentare del misero gettone di presenza che prendevano anche prima, anzi di meno, perché la Finanziaria estende ai parchi i tagli sul funzionamento degli enti locali e abbassa i soldini anche per gettoni di presenza, rimborsi, ecc. Quindi tutto questo sgomitamento, che pare stia concludendosi mentre scriviamo, non porterà una lira (ops, un centesimo di euro) ai contendenti, ma solo noia e impaccio di stare in un posto dove i più, stando alle dichiarazioni ed esternazioni finora fatte a destra e manca, non capiranno probabilmente un beato piffero di cosa si stia parlando. Chi ha assistito ad almeno uno dei Direttivi Tanelliani si sarà reso conto che gli amministratori comunali sembravano ospiti di passaggio e che il gioco lo conducevano altri davanti al loro sbigottito e a volte sonnolento rimuginare sull’inutilità del tempo che scorre. Avete presente il compagno somaro della classe che guardava i merli fuori della finestra mentre gli altri facevano i compiti? Ecco, così! Si risvegliavano solo allo squillare di tre parole: cinghiali, cacciatori, edilizia… poi non se ne sapeva più nulla per mesi. Pensi solo all’ex Consigliere Regionale Ginanneschi, convinto di venire a ricoprire un posto di prestigio a risarcimento di una carriera politica bruscamente interrotta da un tromabamento inaspettato, e che si troverà a fare un lungo viaggio non rimborsato e a partecipare ad una tediosa riunione tecnica dove tutto è già (quasi) deciso e dove ambientalisti e professori lo annoieranno con cose astruse come la biodiversità, l’ecologia della martora, i costumi amorosi del Discoglosso sardo e il censimento dei Taxus baccata al Malpasso e delle vipere francisciredi di Guazzaculo… il tutto dopo una levataccia, un viaggio anda e rianda sull’Aurelia, uno anda e rianda sul canale (magari soffre anche il mal di mare) e per una cinquantina di euro di rimborso che verranno conferiti a babbo morto! O pensi alla feroce lotta per occupare una delle poltrone più ininfluenti dell’universo: la vicepresidenza del Parco. Ora, tutti sanno che la ragione più forte e dichiarata per la candidatura della assessora di Capoliveri Milena Briano è che il Ballerini se la vuole levare di torno, e questo sembra già un nobile intento, visto che qualcun’altro dei competitori pensa probabilmente allo scranno e ai quadrini senza essere nemmeno spinto da dietro verso lo strapiombo. Ci tocca dare una brutta notizia: i denari saranno pochi (ah, i bei tempi quando tutti credevano agli antiparco e si favoleggiava di 200milioni netti per il presidente, 150 per il vice, 100 per i consiglieri del Direttivo, ah beata innocenza di chi crede ai fanfaroni che impazzano ancora impunemente e cialtronescamente su blog e emittenti locali!) perché la scure della finanziaria che taglia gli stipendi dei politici cadrà anche lì e il potere da esercitare sarà nullo. Basterebbe leggersi la legge 394/91 per capire che il vicepresidente del Parco non conta una mazza: è tipo un soprammobile al quale ogni tanto il Presidente, se vuole, può dare una spolveratine per le festività natalizie e pasquali, ma essendo Mario Tozzi un mangiapreti probabilmente non santificherà e ragnatele e polvere mummificheranno nella dimenticanza il/la vicepresidente per i prossimi 5 anni. Ma allora perché si sbranano così amorosamente per poltrone senza valore pecuniario e/o politico? Chi glielo fa fare? E soprattutto: cosa c’entra il funzionamento e l’interesse del Parco Nazionale con tutto ciò? TIRO FISSO 2 Prendo atto di ciò che lei scrive, che vanifica una parte del mio ragionamento e (per fortuna o purtroppo?) la canagliesca vignetta gavassiana. Facciamo anzi ammenda e pure atto di contrizione per avere indotto cattivi pensieri nella schiera dei nostri lettori, che per fortuna sono maturi e da soli sanno giudicare l'assoluto disinteresse di molti amministratori verso il vile valsente.
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