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Peria: un piano anti-usura contro la mafia dei colletti bianchi

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : domenica, 05 novembre 2006

Il documento prodotto dalle Associazioni di categoria sulla questione della criminalità organizzata e dell’usura appare allo stesso tempo sorprendente ed importante. Esso è tale perché rompe gli schemi tradizionali del dibattito sul tema. Se anche soltanto un anno fa un sindaco o un qualsiasi esponente politico si fosse permesso di dire che all’Elba vi è un serio rischio di infiltrazioni criminali nel tessuto economico e sociale e che serve una reazione forte e chiara di tutte le istituzioni e di tutte le forze politiche, sarebbe stato facilmente travolto da un mare di critiche, sarebbe stato massacrato mediaticamente in nome dell’elbanità violata e della necessità di difendere sempre e comunque un’immagine positiva del territorio. Le sue dichiarazioni sarebbero state liquidate come un rischio per il turismo e come una strumentalizzazione priva di fondamento. Fatto è che adesso queste argomentazioni vengono usate dalle principali Associazioni di categoria, con un chiaro e forte appello a non “sottovalutare la portata dei fenomeni che rischiano di inquinare un tessuto economico ancora largamente sano”. Straordinariamente importante è poi la richiesta di avviare, di concerto con le istituzioni, una campagna di comunicazione che faccia conoscere gli strumenti a disposizione delle imprese in difficoltà, la richiesta di creazione di un numero verde anti-usura, la domanda di una precisa cultura della legalità in ambito sociale ed economico. Il problema è che il mondo dell’impresa è sensibile, perché vive ogni giorno sulla propria pelle certi rischi e certi pericoli. Non so se c’è qualcuno che quando pensa ai fenomeni di criminalità organizzata all’Elba immagina qualche signore con la lupara, se ha in mente il “pizzo”, o fenomeni similari. Per quanto un’evoluzione violenta dei fenomeni sia purtroppo sempre possibile, io francamente vedo altri rischi: penso cioè più ai colletti bianchi, ai flussi di denaro, al tessuto commerciale e produttivo, al sistema degli appalti. E’ qui, a mio avviso, il rischio di inquinamento, di corruzione del nostro sistema locale e di conseguente marginalizzazione e sconfitta delle innumerevoli imprese sane, soprattutto di quelle piccole ed a gestione familiare, cioè di quelle meno strutturate, organizzate e capaci di tutelarsi. Su questi temi, in questi ambiti si devono impegnare fortemente le istituzioni pubbliche e perché la loro azione sia efficace serve soprattutto una cultura della “prevenzione del rischio”. La Magistratura e le Forze dell’Ordine sono gli “antibiotici” di sistema rispetto all’infezione, autorevoli ed efficaci, ma la prima barriera deve essere nelle istituzioni, nelle forze economiche e sociali, nelle famiglie: esse debbono essere gli anticorpi naturali. Perché ciò accada bisogna combattere la cultura del silenzio e dell’indifferenza e sviluppare un serio lavoro comune. Volendo dare un indirizzo a tale lavoro, ritengo sicuramente adeguate le proposte fatte: numero verde anti-usura, capillare informazione sugli strumenti finanziari e fondi di sostegno alle imprese in difficoltà o vittime di atti criminali, campagne di sensibilizzazione rivolte alle scuole ed alle famiglie. Ad esse aggiungerei quella di un osservatorio sulla legalità, che coinvolga rappresentanze economiche, istituzioni ed associazioni e sappia sviluppare il delicato compito di individuare e costruire adeguate strategie comuni di prevenzione e, se serve, di contrasto. La creazione di una “massa critica” per la legalità deve poi inevitabilmente rapportarsi con adeguate politiche dei Comuni, della Provincia, della Regione a sostegno dell’imprenditoria locale, soprattutto di quella più piccola e quindi potenzialmente più debole. Fondamentale è infine la “messa in rete” del sistema bancario, che appare determinante per una corretta impostazione e tenuta dei processi. Certo non è semplice costruire un simile percorso, ma sicuramente dopo il documento delle Associazioni lavorare su questi temi diventa più facile e possibile.


don ciotti peria

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