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A Sciambere di Leonardo: Io Virzii,tu Virzisti,egli VIRZI’….

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 27 ottobre 2006

La parodia della ormai nota “gag” di Fiorello è il titolo più buonista possibile per questa riflessione che mi viene imposta semplicemente più dalla dignità di spettatore che non da quella di elbano,dopo aver assistito alla penosa pellicola “IO E NAPOLEONE” del suddetto regista livornese. Non ho seguito da vicino la polemica che si sviluppò l’anno scorso,anche sulle pagine di Elbareport,sulle pesanti dichiarazioni del regista in merito alla opportunità di girare o no all’ELBA,ma mai e poi mai avrei pensato che la decisione di ambientare le scene altrove portasse ad una produzione tanto sconclusionata da qualsiasi visuale la si voglia indagare. Se poi aggiungiamo le critiche sulla riduzione cinematografica rispetto al libro,potremmo chiudere già qui. Lungi da mei ogni velleità di recensione critica, pur rassegnato ad adattarmi all’attuale sbornia collettiva di “fiction” ,la mia perplessità deriva soprattutto da due scelte fondamentali che informano l’intera pellicola: i luoghi e gli attori. A meno di macroscopiche sviste ,nella migliore delle ipotesi,credo di aver individuato al massimo due-tre immagini dell’Elba,peraltro molto fugaci: una ripresa di Cerboli ,forse presa dal Cavo,una di Palmaiola forse da Piombino ed una degli “scogli” forse di Vallebuia,o comunque della parte occidentale dell’Isola,quando Napoleone scruta con il cannocchiale l’amata terra Corsa. Se qualcuno avesse chiesto informazioni sui gesti nostalgici dell’Imperatore, sicuramente avrebbe appreso che la leggenda dice che Napoleone amasse guardare la sua Corsica appartandosi all’estrema punta occidentale dell’Elba,fra Punta Nera e Patresi per capirsi,dove c’è un grosso scoglio,ribattezzato appunto “la sedia di Napoleone”. Ora mi chiedo,esimio maestro Virzì,è mai possibile che una vicenda totalmente ambientata all’Elba,farcita di citazioni di luoghi dell’Elba quali lo sbarco iniziale a Bagnaia,lo svolgimento pressoché totale delle scene principali a Portoferraio,il ricorso frequente ad usi, costumi e gergo (fava lessa) tipici elbani,il richiamo di prodotti (aleatico) o piatti (stoccafisso,gurguglione) elbani,non Le abbia suggerito che forse qualche “cartolina” elbana non avrebbe guastato? O forse avrebbe inciso troppo sul Suo budget? Complimenti vivissimi poi per la “simpatica” battuta di caccia al cinghiale (?), di Napoleone e del suo “entourage” nientepopodimenochè….. a PIANOSA,dove anche i bambini sanno che agli inizi del 1800 l’isola brulicava di tali bestiole ,ma soprattutto tutti sanno che la cima più alta non supera i 20mt e dove non c’è una folta vegetazione,mentre Lei ce l’ha propinata con scene di vegetazione lussureggiante e colline ben più alte e degradanti verso il mare,che mi hanno dato l’impressione di essere più sul Romito che non sopra il Porto Romano. E che dire infine della dimora napoleonica! A meno di mancate autorizzazioni da parte del Ministero per l’uso dei due siti museali di Portoferraio,che,almeno dal di fuori, avrebbero ricordato a migliaia di spettatori che c’era qualcosa di vero nel film ,possibile che nessuno Le abbia detto che parliamo del secondo sito culturale più visitato in Toscana ,dopo gli Uffizi? Parliamo ora degli attori. Fatta eccezione per l’interpretazione di due attori minori che nel film sono Martino,cioè a dire colui che odia Napoleone, ed Adamantina ,la sorella,di gran lunga i personaggi più credibili sia in termini di carica emozionale che di recitazione pura,su tutti gli altri bisogna stendere un pietoso velo. Eppure si tratta di attori di successo;vediamoli da vicino. Daniel Auteil: non trasmette alcuna emozione,non dà al personaggio niente del suo presunto “sciovinismo” che contraddistingue i francesi,non ha un minimo di autorità,non lascia alcuna traccia di sé,sembra l’attendente del Maresciallo Rocca;riesce solo nella difficile impresa di confermare l’errata impressione ,che molti hanno,che i 100 giorni di Napoleone siano quelli passati all’Elba,anziché gli otto mesi e passa durante i quali ha lasciato segni indelebili,che ancor oggi tracciano il nostro percorso quotidiano (le strade,le scuole,ecc..). Monica Bellucci nell’improbabile veste (che non ha per convenzione) di una contessa che parla mezza umbra e mezza toscana e quindi da “mezza figura”,proponendoci ridicoli siparietti infarciti di frasi fatte ,costituite da parole con sillabe finali ora “strascicate” ora “rinforzate”. Non ci aspettavamo la magia della Malena di Tornatore,ma nemmeno la banalità di questa interpretazione;è di gran lunga più “contessa” la popolana Adamantina che perde solo sul “fisico”. E poi l’apoteosi con Ceccherini,lo scemo del paese,che gli viene bene indubbiamente e ruba anche qualche risata alla monotonia del film;peccato che mi risulta difficile pensare che a quel tempo tali figure aneddotiche potessero essere importate da Firenze o dintorni. Ma la scelta però ci consola ,caro maestro:all’Elba scemi “un ce né”. Infine le comparse. Ce ne sono molte e parlano anche parecchio;e in modo così sguaiato da fugare ogni dubbio: dove li ha reclutati nel quartiere Corea o in Venezia? Comprendo benissimo i Suoi sentimenti verso la natia Livorno e questa mia testimonianza non fa che ribadire il legame che ciascuno di noi ha con il proprio luogo di nascita. Sarei quindi disonesto ed incoerente se censurassi totalmente il Suo lavoro,ma mi perdoni… Noi elbani siamo sempre un po’ criticoni,ma nel nostro piccolo,mi creda……….noi………per Napoleone…………. Abbiamo fatto molto ,molto di più…dal punto di vista culturale. Ha mai sentito parlare di un Centro Studi Napoleonici? Leonardo Preziosi Non so come lo chiamano in Corea o in piazza Bovio (ho idea Leo che le comparse venissero più da lì) da queste parti lo chiamano "cappottino". Non ci metto linqua perchè il film non l'ho visto e non voglio fa' come il Canestrelli quando ci spiegò cosa aveva scritto Nietzsche in "Also sprach Zarathustra" che non aveva letto perchè non glielo avevo ancora prestato, poi ti dirò.


palazzina dei mulini portoferraio napoleone faro panorama

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