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La C.G.I.L. sui fenomeni di criminalità organizzata all'Elba

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 26 ottobre 2006

Le cronache di questi giorni fanno emergere una situazione pesante e preoccupante all’Isola d’Elba. Certo non si può dire che questo territorio sia ormai in mano alla criminalità organizzata, ma è altresì sbagliato minimizzare un fenomeno che ha assunto elementi laceranti nel tessuto sociale. L’ultimo grave episodio di usura che grazie alle forze dell’ordine è stato scoperto, ed alle quali va tutto il nostro plauso, fa il paio con un lunga stagione di fuochi ed incendi che hanno coinvolto diverse attività commerciali. Siamo di fronte quindi ad un fenomeno criminale non episodico; per questo non aiuta ne minimizzare né tacere, ma anzi tutte le forze sane dell’Isola debbano ribadire con atti ed iniziative concrete che non c’è futuro senza legalità. Dobbiamo sconfiggere la cultura del silenzio, della passività e delle sottovalutazioni; al contrario occorre rinsaldare un percorso ed una azione democratica di partecipazione dei cittadini, delle istituzioni, delle associazioni economiche e sociali, per una forte azione di contrasto. Tutti dobbiamo essere coscienti che un territorio come quello elbano, che ha fatto del turismo e dell’accoglienza la sua principale attività economica, questi fatti criminosi danneggiano, inquinano, indeboliscano proprio questo settore .Infatti fra i parametri della qualità dell’economia turistica va anche considerato il grado di tranquillità sociale di un territorio ed oggi dire che va tutto bene ci pare complicato. Siamo coscienti che non ci sono ricette buone una volta per tutte, ma intanto prendere coscienza che il fenomeno esiste è già un passo avanti. Poi la legalità si rinforza anche aiutando e favorendo quelle imprese che fanno dell’applicazione del rispetto delle leggi e del contratto del mondo del lavoro una regola. Le assunzioni al nero, il non rispetto dei diritti minimi per chi lavora, spesso è la prima forma di devianza sociale, perché crea un danno ai lavoratori, ma insinua anche elementi di distorsione del mercato nei confronti di quelle aziende che sono in regola. Occorrerebbe inoltre un rapporto diverso con il sistema bancario e creditizio, che aiuti la qualità delle imprese e del lavoro, che favorisca una imprenditoria sana, che sia capace di evitare che le imprese in difficoltà cadano nella spirale dell’usura, magari con aiuti specifici garantiti anche dai diversi livelli delle istituzioni. Inoltre un maggior controllo degli organi preposti ed in questo senso il recenti decreto Bersani aiuta, rispetto ai vari passaggi di denaro in contante che spesso caratterizza i vari acquisti di attività commerciali. Insomma occorre uno sforzo eccezionale ed un risveglio delle coscienze delle forze sane dell’Elba, che sono la stragrande maggioranza, delle istituzioni, dei cittadini, delle associazioni economiche e sociali per far si che a questo fenomeno venga tolto l’humus su cui prospera. Da parte nostra c’è tutta la disponibilità perché la cultura delle legalità, della partecipazione sociale, del rispetto dei diritti e delle leggi, ritorni ad essere un fenomeno non eccezionale.


incendio stee 1

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