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Controcopertina: I malavitosi e i bravi ragazzi di Portoferraio

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 26 ottobre 2006

Caro Sergio, non sono tra quei “politici” (o pseudo tali) che gridano allo scandalo per i tuoi interventi o che dichiarano a gran voce “io quello lì non lo leggo”, io ti leggo tutti i giorni pur non condividendo spesso i tuoi interventi, soprattutto quelli politici perché il resto è cronaca e la cronaca, condivisile o no, resta cronaca. Chiaramente non ti ho scritto per questo ma perché credo di averti colto in flagrante questa volta. nei tuoi interventi, spesso, commenti (a volte anche duramente) le reazioni dei politici e degli elbani in generale, ed è proprio qui che mi pare tu abbia fatto un errore. Quando commenti gli esiti dell’operazione MARATA nell’articolo uscito il 05 ottobre nelle ultime righe scrivi “Ma c’è, se vogliamo, un aspetto ancora più socialmente grave, in queste ore, a microfoni spenti, molti (troppi) dicono che erano a conoscenza da un pezzo di quanto stava accadendo, speriamo sia pura vanteria, perché se così non fosse dovremmo pensare che questo posto è diventato perfino omertoso... " Così concludi il tuo pezzo sull’operazione a poche ore dagli arresti per usura effettuati dalla DIA di Firenze, ed è qui che ti contraddici, Sergio, con quanto avevi scritto non pochi giorni prima ma addirittura due anni fa. Proprio così, sicuramente ti ricorderai quell’ “A Sciambere” di martedì 30 marzo 2004 intitolato “Acquario”. Mancava poco alla presentazione delle liste per le elezioni comunali quando un assessore provinciale (e consigliere comunale dell’attuale maggioranza) veniva indicato come il candidato a Sindaco per i Democratici di Sinistra presentando, a sostegno della candidatura, ben 442 firme di cittadini portoferraiesi, a commento di quelle firme (pubblicate nello stesso numero di Elbarerport del 30 marzo), nel tuo “A Sciambere” scrivevi testualmente nelle ultime righe: “Un po’ di legittimo stupore ci è derivato casomai, dalla presenza nel lotto dei supporter, di un par di squali, di quelli che ti mangiano vivo se sei un pesciotto in difficoltà finanziarie ed in cerca di aiuto”. Mi sono andato a vedere le firme che, legittimamente, supportavano la candidatura del candidato D.S. alla carica di Sindaco del comune di Portoferraio e ne ho trovate almeno quattro appartenenti a soggetti attualmente detenuti o indagati per i reati contestati nel corso dell’operazione MARATA (famiglia Marandino al completo). Ora delle due l'una, caro Sergio, o due annifa ti riferivi ad altre personalità implicate nelle storie di usura oppure ti riferivi proprio alle persone coinvolte nell’operazione MARATA ed a questo punto ti domando visto indichi il popolo elbano come “omertoso” qualora avesse avuto il sentore che all’isola ci fossero stati problemi di questo genere senza denunciarli all’autorità competente: “Hai mai presentato una denuncia alle autorità visto che eri sicuramente, considerato che lo scrivi, a conoscenza di reati che riguardano l’usura? Come hai potuto permettere che il partito, nel quale allora eri iscritto (D.S.), accettasse tali firme se eri a conoscenza di fatti tanto gravi? Oppure non sarà che molti (tu compreso) supponevano che ci fosse qualcosa di strano ma non potevano denunciare un fatto solo perché lo immaginavano senza esserne sicuri? Dal mio punto di vista le cose sono proprio così, non è che noi, cittadini elbani, siamo degli sprovveduti, semplicemente, immaginavamo che qualche cosa non rientrasse nei limiti della legalità, ma altro non poteva esser fatto se non aspettare l’intervento della magistratura preposta al controllo del territorio ed al ripristino della legalità. Ti invio questa mia con la speranza che non crei un’infinita serie di polemiche, vorrei che tu la considerassi un semplice sfogo di un cittadino che si sente bersagliato da coloro (in primis: partiti della sinistra, sindaco Peria, associazioni varie, Elbareport, Il Tirreno) che gridano allo scandalo ed all’omertà per una terra che sta subendo una grave violenza dalla criminalità ma che non si riconosce come patria della malavita. Simone Meloni Caro Simone mi pare tu faccia un po' di confusione, mettiamo quindi le cose a posto: ripeto intanto quanto ho scritto in altra occasione: sono stato il primo giornalista a parlare di mafia all'Elba quando i più si cacavano addosso anche a pronunciare in privato quella parola e quello che tu citi era il primo riferimento all'usura fatta all'Elba, non mi risulta che altri lo abbiano fatto. Ho fatto sempre quello che deve fare un giornalista così come un amministratore, avvertire, senza timore di ritorsioni, che si sente puzza di bruciato fare denunce politiche che di solito sono di buon stimolo a chi ha il compito di indagare. Vedi Simone se io avessi avuto contezza piena dei fatti, avrei scritto che in quella lista c'erano cinque (non quattro) degli arrestati ed almeno una decina di persone tra "contigui" indagati, familiari dei medesimi etc. (insieme a tante ineccepibili persone ed alcuni la cui firma era stata furbescamente carpita): io avevo individuato "un par di squali" sui quali, siccome non vendo le pere cotte ma faccio il giornalista, avevo capito e saputo che c'erano già indagini in corso. Quando ho avuto da dire cose che avevano rilevanza per indagini (non in questo caso) sono andato da chi di competenza a dirlo e senza paura, come avrei fatto nel caso di specie se avessi valutato utile quanto sapevo. Ma molti in questo paese (troppi) sapevano molte più cose di me, ed in dettagli che sarebbero tornati utili a chi indagava, perchè con quelle persone avevano fatto "affari", a loro mi riferivo, ai "bravi ragazzi" disposti per convenienza a chiudere un occhio o magari entrambi, di loro parlavo nel pezzo "a caldo". Che cosa potevano fare i cittadini elbani? Una cosa certamente la potevano fare: non minimizzare, non tacciare da "nemico dell'Elba" chiunque si chiamasse Fondazione Caponnetto o più modestamente Sergio Rossi, Legambiente o Gianluigi Palombi, Rifondazione o i DS o la C.M. o altri ancora, chiedesse più controllo, più attenzione sulla legalità. Dove tu possa vedere comunque mancanza di conseguenza o peggio omertà da parte mia me lo devi spiegare. E veniamo alla partita interna ai DS ed al ruolo che ho giocato (ti faccio presente che dal 94 ero un semplice iscritto) in questa vicenda, partendo da un'affermazione iniziale. Io sono strasicuro che Franco Scelza (Simone, è sempre meglio fare nomi e cognomi invece di alludere) se avesse saputo che tipo di personaggi c'erano dietro quelle firme le avrebbe immediatamente cassate. Ciò premesso mi sono battuto con tutta la determinazione che possiedo e per una valutazione politica, contro la sua candidatura a Sindaco e contro il suo doppio incarico amministrativo. Quello che non accettavo era proprio quella "raccolta estemporanea di firme" che fu fatta al di fuori del partito e che poi alla fine infatti non fu accettata. Certo sarei curioso di conoscere il nome del collettore di quelle particolari firme, che evidentemente rappresentavano il tentativo del "gruppo" di avvicinarsi o ingraziarsi un possibile candidato sindaco, ma in quel periodo né la redazione di Elbareport né io eravamo molto vicini a Scelza, potrebbe forse saperne di più qualche soggetto che lo sostenne fortemente (e che non gli fece un favore portandogli in dote anche "quelle" firme). Solo due battute per finire: la prima sulla tua conclusione: Elbareport non ti bersaglia affatto (ha anzi riportato tutti i tuoi interventi dandogli molto risalto); la seconda sul tuo inizio: i primi a leggere Elbareport di solito sono quelli che dicono "io quello lì (sarebbe meglio dire quelli lì ndr) non li leggo".


Portoferraio darsena da nave

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