"Il piano particolareggiato d’iniziativa pubblica non altera, come si vorrebbe far credere, i contenuti del Piano regolatore generale, ma si rende necessario quando su un medesimo comparto insistono proprietari in conflitto fra loro. Questo è appunto il caso di Capo d’Arco. E’ falso che il piano d’iniziativa pubblica si ispiri all’esigenza di incassare gli oneri d’urbanizzazione, che ovviamente spettano comunque, anche per i piani d’iniziativa privata; è falso che si introducono nuovi comparti, che sono semplicemente quelli previsti dal Prg; è falso che questo piano favorisca “chi ha fatto di Capo d’arco un villaggio esclusivo”, ma anzi aumentandone le presenze semmai ne diluisce l’esclusività; è falso che il piano tenti di sanare gli abusi, peraltro risalenti a più di 20 anni or sono, e contro i quali nessuno si è mai levato. Anzi per gli abusi insanabili insistenti sul demanio marittimo questa amministrazione ha emesso ordinanze di demolizione, che sono state impugnate davanti al Tar con richiesta di sospensiva, accolta. Il parere negativo dell’ente-Parco riguarda solo una piccola parte della previsione urbanistica, e su di essa assumeremo le conseguenti determinazioni. Quella di Legambiente è una dichiarazione all’insegna della voluta disinformazione, con la quale si cerca di confondere le acque e giustificare l’assurda pretesa di contrastare una previsione di piano regolatore che non appartiene peraltro a questa gestione amministrativa, e che comunque accende diritti di terzi e obbliga l’agire dell’amministrazione.
Capo Darco Abusi 2