Il giudice avrebbe offerto denaro al figlio del titolare dell'impresa che aveva dichiarato fallita, per convincerlo a ritirare il ricorso in Cassazione contro la decisione del fallimento. La Cassazione poi effettivamente accolse il ricorso. Lo ha riferito ai giudici del Tribunale di Bologna Riccardo Gasparri, figlio dei titolari del complesso turistico alberghiero 'La Perla' di Procchio, durante un'udienza del processo per abuso di ufficio al giudice della sezione fallimentare del Tribunale di Livorno Francesca Bresciani. Gasparri ha riferito di essere stato contattato da un commercialista di Livorno per fissare l'appuntamento con la giudice, che poi gli ventilò, in un paio di occasioni, la possibilità di avere 500 milioni in caso di ritiro del ricorso in Cassazione. Gasparri ha riferito anche di fine settimana che la giudice avrebbe passato alla 'Perla' quando l'impianto già era nella disponibilità del Tribunale. Dalla prossima settimana cominceranno i testi dela difesa, poi a dicembre il processo dovrebbe entrare nella fase conclusiva, con la sentenza. Due sono i capi di imputazione a carico della giudice Bresciani. Si tratta di condotte plurime di abuso d'ufficio, unificate per il vincolo della continuazione in due capi specifici: il fallimento Ludoinvest e quello della Perla, un impianto dotato di albergo, spiaggia, piscina, campi da tennis, ristoranti. Tra l'altro i titolari dell'impianto alberghiero elbano avevano chiesto un concordato fallimentare che poi venne negato. Tra le principali fonti di prova contro la giudice la relazione di un'ispezione disposta dal ministro della Giustizia, Roberto Castelli, e datata 25 giugno 2002, che aveva descritto la gestione disinvolta degli uffici Esecuzioni immobiliari e Fallimenti diretti da Francesca Bresciani. La relazione, scritta dall' ispettore generale Michele Renzo, affrontò la gestione degli uffici a partire dagli anni 1998 e fino al 2002. La valutazione fu pesante: La pluralità delle condotte, la loro reiterazione nel tempo, la gravità di talune di esse (ci si riferisce in particolare alla vendita del compendio fallimentare La Perla all' isola d' Elba), la loro negativa attinenza a tutti i profili della personalità del magistrato rendono estremamente significativa la rilevanza disciplinare dei fatti. Al centro dei rilievi mossi a Francesca Bresciani anche i pessimi rapporti con i colleghi e il personale delle cancellerie, ma pure un rapporto di fiducia che si incrinò ben presto con il curatore fallimentare del fallimento la Perla. Un perito aveva stimato il bene in 14 miliardi di lire, e il curatore nel 1996 chiese alla Bresciani di procedere alla vendita del complesso al pubblico incanto. Ma il giudice Bresciani fu di parere diverso disponendo la vendita a offerte private, e alla fine l' azienda andò alla società Diamante srl che presentò un' offerta di 5 miliardi da corrispondersi in 18 rate mensili. In seguito la Corte di Cassazione annullò l'ordinanza e tutti gli atti conseguenti.
Golfo di procchio