"Credo di essere stato l’unico sindaco dell’Elba a salutare con soddisfazione l’operazione di Dia e Gico, che con la collaborazione delle forze dell’ordine locali ha portato all’arresto di alcuni personaggi operanti in attività criminose consistenti fra l’altro in usura ed estorsione. Abbiamo tutti notato che la sospetta associazione a delinquere legava personaggi in larga prevalenza non elbani. Il tutto lascia ragionevolmente immaginare una scarsa penetrazione nel tessuto sociale elbano, che dispone culturalmente di notevoli anticorpi rispetto al rischio di inquinamento mafioso. Analoghi episodi, ancor più gravi, si registrano in numerose località toscane senza che ciò significhi che la nostra regione sia a rischio-mafia. Operazioni di polizia come questa si debbono certo alla solerzia delle forze dell'ordine e al puntuale controllo operato sul territorio, con perizia e abnegazione alle quali dobbiamo rendere senza riserve tutti i meriti. E’ invece assai grave ingenerare un esagerato allarmismo sociale, che mira a raffigurare l’Elba come un’isola in balia della delinquenza, senza controlli, e vittima dell’inerzia delle amministrazioni locali, della politica, e persino delle forze di polizia. L’analisi rappresentata da Rifondazione Comunista è chiaramente strumentale, perché prescinde dai dati reali sui reati, compresi quelli associativi, che caratterizzano l’intero territorio nazionale e la Toscana in particolare. Ove la rappresentazione di Rifondazione Comunista fosse corrispondente alla realtà, vi sarebbe da chiedersi quante denunce siano state da costoro presentate alle autorità competenti, e a che serva tenere in piedi un sistema declamatorio, che punta a suscitare allarme sociale, e a rappresentare un’Elba in mano alla malavita e spaccata fra i “buoni” che lanciano l’allarme, e i cattivi” che sottovalutano i fenomeni (equazione questa clamorosamente falsa). La politica infatti non ha il compito di lanciare allarmi, né tanto meno di promuovere inutili parate di maniera o dibattiti inconcludenti. La politica è governo del territorio, vigilanza, e contrasto del malessere sociale. Chi vuol rappresentare il territorio non può starsene appollaiato a guardare e giudicare, ma deve attivamente e concretamente operare in questo senso, non in polemica ma in stretta collaborazione con le istituzioni preposte alla sicurezza e alla lotta alla criminalità, con gli strumenti e le regole dello stato di diritto, come del resto abbiamo sempre fatto. Questo vale anche per i sindaci, a cominciare dal sottoscritto per proseguire con il collega Peria".
bosi fascia