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A Sciambere dello sbirillo

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 19 ottobre 2006

Ci è capitato di riflettere sugli ultimi quattro anni in occasione dei nostri quattro anni di pubblicazioni, e abbiamo provato a domandarci che cosa è più cambiato in questo lasso di tempo nella frazione di toscana oltremarina in cui ci troviamo a vivere. La risposta che è emersa è preoccupantemente la seguente: la perdita della corale capacità di reagire di fronte a delitti o ipotesi di delitto di una gravità ed una diffusione prima sconosciute in quest'isola. Le fiamme criminali, quelle appiccate volontariamente, come una bestia immonda hanno sconfinato dal loro naturale habitat boschivo ed hanno preso a colpire la gente tra la gente: quest'anno è stato bruciato (impunemente) di tutto: dai camion agli esercizi commerciali, dalle aziende agricole fino ai motorini, e niente fa più sensazione si aspetta magari che ci scappi di nuovo un morto per sollevare un sopracciglio. Una serie infinita di amministratori, tecnici, imprenditori, alti ed altissimi funzionari sono in attesa di essere giudicati o in iter processuale con l'accusa di aver commesso reati gravissimi e l'attesa che c'è (direttamente interessati a parte) dell'esito di questi processi è la stessa che si potrebbe nutrire per una causa relativa ad una lite tra comari. La Direzione Distrettuale Antimafia (che non si occupa di divieti di sosta ma di roba un pelo più seria) è convinta di aver smantellato un'organizzazione mafiosa che agiva tra di noi. Qual'è l'oggetto del contendere nelle discussioni nei bar e sui blog? Il coinvolgimento eventuale o l'estraneita di questo e di quello, senza una riflessione scissa dalle persone sulla gravità del fatto, o del supposto fatto, in sé. Intanto le indagini vanno avanti, logicamente si procede verso "lo sbirillo" perchè chiaramente la perdita di equilibrio di un elemento (come nell'antico gioco riciclato col nome di bowling) trascina nella sua caduta altri birilli anche se non direttamente colpiti dalla palla. E così il Tirreno stamattina tornando a ragionare dei fatti (presunti) malavitosi di casa nostra ci parlerà di aziende a rischio di chiusura e di ritiro delle autorizzazioni per contiguità con organizzazioni presunte mafiose. Chissà se basterà a sbirillare un poco gli elbani, a far loro prendere coscienza di quanto questo posto è cambiato? Ci torna in mente una canzone di Giorgio Gaber: " .. e l'Italia giocava alle carte .. e parlava di calcio nei bar " diceva.


Birilli

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