Riunione travagliata con finale aperto, in Comunità del Parco. Non sono bastati gli 8 giorni di rinvio né le ore trascorse in Via Guerrazzi nella mattinata alla ricerca di un accordo. La seduta ci ha fornito la fotografia di un'Elba anzi di un arcipelago spaccato tra centrosinistra e Casa delle Libertà, ma l'immagine dice impietosamente che le fratture corrono e profondamente all'interno degli schieramenti e, di più, anche all'interno degli stessi partiti che li compongono. La riunione convocata con all'ordine del giorno l'elezione dei cinque consiglieri del Parco provenienti dagli enti territoriali, è finita con l'usuale rinvio a data da destinarsi: un altro fiasco, un'altra prova di incapacità di darsi una politica comprensoriale di cui il centrosinistra, in maggioranza, anzi in stra-maggioranza, porta la principale responsabilità politica. L'episodio decisivo per la rottura è stato, dopo una prima lunghissima sospensione, la presentazione ufficiale da parte del centrodestra della candidatura che circolava ormai da giorni, quella di Ruggero Barbetti. Il centrosinistra, dopo aver fatto i nomi dei propri candidati Luigi Pieri (come avevamo anticipato) per Portoferraio, Catalina Schezzini per Rio nell'Elba, Milena Briano per Capoliveri e Pietro Paolo D'Errico per Marciana, ha chiesto ai rappresentanti che si riconoscono nella CDL di fornire un'indicazione che è stata esplicitata dal sindaco marinese Martini appunto come quella dell'ex primo cittadino capoliverese. Ma sul nominativo di Barbetti il centrosinistra ha fatto "muro", considerando la designazione inaccettabile, prima di ogni altro ordine di ragioni per la storia del lungo e forzoso commissariamento matteoliano di cui Barbetti era stato interprete. Ma in ovvio disaccordo sulla proposta di Barbetti (in casa della CDL) rimaneva anche il Sindaco di Capraia, intenzionato quanto il collega gigliese Brothel ad ottenere un seggio nel direttivo del PNAT. A quel punto il centrosinistra avrebbe avuto i numeri per forzare la situazione e determinare come quinto rappresentante proprio il sindaco capraiese (salvando il principio della presenza della minoranza) ma ha optato per un rinvio. La riunione è stata quindi aggiornata sine die, ed è certo che almeno il centrosinistra, con la intenzione di riassorbire il problema gigliese, che a noi pare un rompicapo a meno di ridurre da 4 a 3 i comuni elbani presenti nel direttivo, dovrà convocare i suoi "stati generali" ma stavolta su base territoriale del Parco e non, come è stato fatto, commettendo un grave errore politico, su base elbana. Cosa accadrà a destra è meno facile da immaginare, ma per il braccio di ferro la CDL non ha i numeri, e potrebbe pure maturare un ripensamento sulla candidatura Barbetti, specie se dall'altra parte della barricata si risolvesse il problema gigliese e Capraia restasse come unica isola antropizzata fuori dal Parco. Intanto si profila un rischio concreto, quello che il direttivo possa insediarsi SENZA la componente degli enti locali. La legge parla chiaro, all'insediamento si può procedere quando il direttivo ha visto designata la maggioranza dei suoi membri e i membri di nomina diversa dai cinque espressi dalla Comunità del Parco sono 7 più il Presidente. E in tema di nomine ministeriali c'è da notare, in margine alla scelta del rappresentante del Ministero dell'Agricoltura Mauro Ginanneschi, la cui notizia di cui riferiamo a parte è arrivata questa mattina ad incasinare una situazione già poco sostenibile, che si può stare certi che al Giglio non faranno i salti di gioia; la nomina di un'altro diessino per di più grossetano, ed ex consigliere dell'Argentario (come dire più o meno Piombino per gli elbani) riduce ulteriormente le chances di Brothel (una bella pensata di forte odore chitiano: sappiamo per certo che l'attuale presidente della Regione Claudio Martini non ne sapeva niente) e francamente suona come una presa per i fondelli dei gigliesi. E se i criteri che saranno adottati da Pecoraro Scanio per la nomina dei suoi due rappresentanti nel direttivo saranno quelli di badare agli interessi ed ai compiti del Ministero dell'Ambiente (e non vediamo perchè così non dovrebbe essere), non ci saranno spazi per ripescare nessuno dei candidati (Giglio, Campo, Capraia) che al momento starebbero fuori. Allo stato dell'arte sarebbe ovviamente prematuro (con qualche venatura di ridicolo) parlare della vicepresidenza del parco a cui dovrebbe accedere uno dei cinque nominati (chissà quando e come) dalla comunità del parco, con questi presupposti la partita sarà probabilmente "tutti contro tutti" nella migliore tradizione dell'isoletta verde e blu e di quelle che le fanno da corona.
bosco fitto da Santa Lucia