Torna indietro

Tra colpevolisti e innocentisti, un caso su cui riflettere

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 07 ottobre 2006

In mattinata di sabato emergeranno altri particolari, dettagli dell'operazione MARATA che non sono stati resi noti, non sappiamo quanto determinanti, ma serviranno forse come placebo rispetto alla richiesta di informazione su un 4 ottobre che ha cambiato la storia dell'Isola, così come la cambiò il 1° Giugno 2004 quando si compì la prima fase delle indagini di "Affari e Politica" a Portoferraio con altri arresti clamorosi. Quella voglia di informazione la verifichiamo ora dopo ora con un abnorme numero di ingressi sul sito di Elbareport, ma crediamo che identica "pressione" l'abbiano subita altri così come sono state "bruciate" le copie dei giornali uscite, per lo sciopero contro gli editori, solo il giorno successivo al clamoroso blitz. Ma sono passati tre giorni ed anche se le situazione non può dirsi decantata si può recuperare la lucidità per analizzare quello che è successo e soprattutto le reazioni di una comunità alla quale, come accadde il 1° Giugno 2004, è stata sbattuta brutalmente in faccia un (ipotetico, non ce ne scordiamo mai se vogliamo restare in uno stato di diritto) raggelante racconto delle illecite attività di alcuni cittadini. Il parallelo con i fatti del 2004 non è fuori luogo e non solo perché tra le più gravi ipotesi di reato dei "maggiori" indagati (nell'altro caso rinviati a giudizio) c'è comunque un reato associativo, ma anche per il sorgere delle fazioni degli "innocentisti" e dei "colpevolisti", certo, la vediamo dura, l'organizzazione di una fiaccolata contro la Direzione Distrettuale Antimafia, ma in un caso specifico si deve notare che non sono pochi quelli che hanno testimoniato in questi giorni la loro vicinanza ad uno degli indagati, peraltro non colpito da ordine di carcerazione: Paolo Chillé che ha iniziato la sua vita da indagato, facendo volontariamente la cosa più corretta, cioè lasciando la direzione del quotidiano che dirigeva. Ora noi riteniamo che il carcere, la privazione della libertà, anche per pochissimi giorni, sia una cosa orribile, e siamo pure convinti che le nostre leggi consentano un eccessivo uso della carcerazione (specie palando di altri reati) rispetto alle necessità sociali. Ugualmente è orribile per un essere umano sopportare il sospetto di aver commesso azioni infamanti. In questo senso crediamo sia giusto esprimere a Paolo Chillè (come a tutti coloro che attendono di essere giudicati), la più sentita umana solidarietà. Ovviamente è comprensibile che questo sentimento si accresca in chi è per parentela, amicizia, rapporti di lavoro, o semplice conoscenza, vicino a Paolo Chillé; è un fatto non solo naturale e lecito, ma anche nobile. Tutto questo purché si accettino le regole della civile convivenza uno dei cardini delle quali è l'ordinamento giudiziario ed il lavoro che svolge, direttamente ed attraverso le forze di polizia operanti sul territorio. Per dire che rispettiamo profondamente e sinceramente chi ha espresso contemporaneamente solidarietà a Chillé e fiducia nella giustizia, e non rispettiamo affatto chi ha coglie l'occasione per un generico strumentale attacco alla Magistratura (e magari già che c'è, a chi fa il proprio mestiere di informare senza padrini né padroni) per sue convinzioni o perché, non sia mai, sta a libro paga di qualcuno che ha dei conti giudiziari in sospeso. Un atteggiamento veramente meschino, pure nei confronti di colui che si afferma di difendere, perchè di fatto se ne strumentalizza la non felice vicenda umana. Tutto ciò premesso crediamo, per gli indagati del 4 Ottobre e per i rinviati a giudizio (che è un'altra cosa) del 1° Giugno, che sia abbastanza inutile dividersi tra colpevolisti ed innocentisti, e che (almeno se non si è parte in causa) sia giusto prendere atto delle realtà tangibili e già acclarate, e per il resto attendere con serenità che la Giustizia faccia il suo corso.


Marata  1 a Concia di terra

Marata 1 a Concia di terra