Egregio Direttore, Lei ha evidentemente dei terminali all’interno del suo expartito che Le fanno cronache doviziose di riunioni rancorose, altrimenti non ci ammannirebbe ogni qualvolta notizie fresche che giungono, con tutta evidenza dal suo/i corrispondente all’Avana. Dunque, dopo i due concistori dei Diesse e dell’Ulivo, abbiamo fumata nera e Catalina Schezzini, che era entrata addirittura papessa prima del conclave, e poi si sarebbe accontentata del vicariato, si ritrova con due altri porporati in corsa per la sedia gestatoria. E con ciò il CENTRO-sinistra elbano avrebbe espletato la pratica della partecipazione e condivisione che chiedeva a gran voce, e menando scandalo per il metodo, a Martini che giustamente ha detto “no nome, no Parchi”. La tradizione pare assicurata, si arriverà come al solito in ordine sparso e sparpagliato e saranno gli altri a scegliere. In questo caso il Direttivo, dove ogni rappresentante dei comuni indicherà sé stesso per la vicepresidenza e decideranno gli altri 10: il presidente Tozzi e i 7 rappresentanti delle associazioni ambientaliste, delle università, del ministero dell’ambiente e di quello dell’agricoltura, il rappresentante/i del centro-desta e magari un CENTR-sinistro superstite della colossal tenzone. La Comunità del Parco, retta con mano fin troppo ferma da Pietro Paolo D’Errico, farà ancora una volta la sua bella figura, proponendo una variegata scelta, tipo quella del banco della frutta al mercato: lo stesso D’Errico che porterà nel curriculum: le immacolate (e nemmeno stropicciate visto che praticamente non sono state mai usate) vicepresidenza e presidenza della Comunità del Parco; la non approvazione del Piano di Sviluppo socio-economico; un antico, ma ben conservato tra i ricordi più cari, ricorso al TAR contro l’istituzione del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e la proposta di tagliar via dal territorio del Comune di Marciana praticamente l’80% dell’Area Protetta. Referenze di tutto rispetto che potrebbero imbarazzare non poco le due diessine concorrenti alla vicepresidenza. Certo, Milena Briano ha dalla sua il fatto derimente che con la vicepresidenza si coronerebbe un sogno del sindaco Ballerini: levarsela dalle palle da Capoliveri, che potrebbe spingere i giurati (pardon, i consiglieri) del Parco a impietosirsi e a eleggerla alla vicepresidenza. La pregnanza ambientale delle motivazioni ci pare ineludibile e se poi ci si mette anche il probabile conferimento del premio nobel per l’etologia, dopo la scoperta che i delfini fanno le uova e che ci si può condire la pastasciutta, il seggiolone è già suo. Per quanto riguarda la sindachessa del Coccolo in su, crediamo che stia meditando su un’altra questione di etologia: la politica del lemming adottata da qualche anno dai DS all’Elba. Come i simpatici topolini artici i Diesse corrono, in branco ma ognuno per suo conto, verso il burrone con scelte suicide di cui nessuno comprende scientificamente il perché. Stavolta però, dopo una gran corsa insensata contro regione e ministro, sul ciglio hanno spinto Catalina e loro si sono fermati a discutere amabilmente con gli altri (ognuno per suo conto) e la guardano pencolare sul filo di lenza che attraversa il precipizio. E non gli lanciano nemmeno un ombrellino da cocktail per tenersi su meglio, tantomeno quello da grandine del Capocchi e di AN. Se non fosse una farsa divertente avrebbe tutti gli elementi del dramma: l’amica tradita, il politico ambizioso che lavora nell’ombra, le speranze disilluse e un futuro radioso dietro le spalle. Ma non è “Madre Coraggio” di Bertold Brecht, è “Totò, Peppino e la Malafemmina”. Insomma, questi proponevano criteri e metodi per scegliere il presidente e non sono riusciti a trovarli nemmeno per eleggere il vice! Se è come Lei scrive, Egregio Direttore, il 10 ottobre dalla Comunità del Parco usciranno tre proposte di vicepresidente (record assoluto mondiale e ennesima bella figura assicurata su tutti i giornali specializzati e nazional-popolari) che dovranno essere votate dagli altri 10 membri del direttivo (si presume che Schezzini, Briano e D’Errico voteranno per sé stessi medesimi) e sarà una scelta difficile, viste le referenze ambientali di cui sopra! Quindi la trattativa ora dovrà spostarsi sul direttivo del Parco per assicurarsi i voti per fare il vicepresidente che poi, senza deleghe, sarebbe un posto dove uno conta poco più di un cazzo. Secondo nel direttivo ci sono già volponi che si leccano i baffi, in attesa di mangiarsi in un solo boccone i candidati lemming. TIRO FISSO 2 Caro Tirofisso lei ci sopravvaluta e si sbaglia: la tecnica è sempre la solita del puzzle, si afferrano (anche il seconda o in terza battuta) dei frammenti e poi si cerca di ricostruire il puzzle sommando a quello che si sa la conoscenza dei meccanismi, quella delle persone e un po' di naso (beh e pure un po' d'altra regione anatomica perchè qualche volta ci si azzecca qualche volta no). Ovviamente non condividiamo la totalità delle sue divertenti ma veramente impietose e catastrofiche osservazioni sul partito che fu (di Gramsci e Berlinguer). Comprendiamo il suo amore per l'iperbole, ma se i DS ed il centrosinistra fosse davvero nelle condizioni che lei ci rappresenta avrebbero al contrario dei lemming delle serie ragioni, se non per il suicidio politico, almeno per "darsi una patta da soli", e non occorrerebbe far ricorso ad indagini scientifiche per stabilire le ragioni di quei gesti. Poi che dirle .. chi vivrà vedrà e facendo i debiti scongiuri il 10 ottobre dovremmo essere più o meno tutti vivi.
Lemming animale