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Vendita di Capo Bianco, scende in campo Legambiente: "Sia annesso al Parco"

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 07 ottobre 2006

Dopo la pubblicazione degli articoli relativi alla incredibile messa all'incanto da parte del demanio dei 75 mq del manufatto storico delle "Batterie" e di 6000 mq di area del promontorio che è uno dei simboli dell'Elba, scende in campo Legambiente dell'Arcipelago con una pesante dichiarazione, nella quale, oltre a denunciare il tentativo di privatizzazione di un bene che può solo restare di proprietà pubblica, si denuncia l'incuria con cui lo Stato ha fino ad oggi gestito questa frazione del suo patrimonio. "Uno dei tratti di costa più belli dell’Elba - esordisce la nota del Cigno Verde - Capo Bianco, nel Comune di Portoferraio, è stato messo in vendita dallo Stato Italiano, in particolare dalla Filiale Toscana dell’Agenzia del Demanio". Il comunicato di Legambiente, dopo aver riportato il testo dell'annuncio consultabile sul sito dell'Agenzia del demanio (che abbiamo pubblicato nel precedente numero del nostro giornale e che riproponiamo oggi nella sezione "Approfondimento" prosegue con una serie di valutazioni e proposte: "Si tratta delle cosiddette “Batterie" di Capo Bianco con annesso terreno, un’area a forte rischio idrogeologico e della quale Legambiente ha più volte denunciato l’abbandono delle strutture esistenti ed un tratto di costa che fa da confine terrestre all’Area Marina di tutela biologica della Ghiaie-Scoglietto-Capo Bianco Un luogo unico, che assomma bellezze paesaggistiche, emergenze ambientali e archeologiche ed un grande valore geologico ma che, incredibilmente, non è stato inserito nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e quindi l’Ente Parco non potrà esercitare il diritto di prelazione. LEGAMBIENTE chiede quindi al Comune di Portoferraio, alla Regione Toscana al Ministero dell’Ambiente e della difesa del Territorio e del Mare, per le competenze che ha sulla zona di tutela biologica, di bloccare la vendita di un bene così prezioso per pochi euro, di esercitare immediatamente – impedendo che l’8 novembre Capo Bianco venga svenduto - il diritto di prelazione e di destinare i manufatti al recupero e ad usi consoni all’interesse paesaggistico e naturalistico dell’area. Al Comune di Portoferraio, che già ha individuato nei suoi strumenti urbanistici l’area come “riserva naturale”, Legambiente chiede di porre vincoli ancora più stringenti per impedire qualsiasi uso speculativo dei ruderi di Capo Bianco e di chiedere l’immediato inserimento della fascia costiera e dell’area marina di tutela biologica nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano". Una netta presa di posizione quindi, e proposte che nessuno dei soggetti chiamati in causa, a far capo dal Comune di Portoferraio e della nuova direzione del Parco potranno ignorare. Una nota curiosa con il cambio di Presidenza al P.N.A.T. tra due geologi (dopo il lunghissimo intermezzo commissariale) che si profila, viene da ricordare che l'area ha anche un alto significato sotto il profilo mineralogico, soprattutto per la presenza, tra i feldspati bianchi che la costituiscono (e che determinano il toponimo), di "dendriti di ossido idrato di manganese" (i cosiddetti "rametti fossili").


capo bianco

capo bianco

Frana di Capo Bianco

Frana di Capo Bianco

Capo Bianco epoca

Capo Bianco epoca