Premesso che vivo all’Elba da oltre 40 anni, mi permetto di illustrare, quanto accadutomi in data 03.10.06 alle ore 11,30 circa. Dovendomi recare a Piombino per conto della società Elbana Petroli srl, di cui sono dipendente (devo partecipare ad un corso obbligatorio di aggiornamento e formazione per Responsabili del Servizio di Prevenzione e Protezione), poco prima delle ore 11,00, mi sono recato presso la biglietteria Toremar di Portoferraio, dove l’impiegato Carlo Locatelli mi ha rilasciato regolare biglietto per passeggero con auto residente, (al prezzo di 19,40 euro), per l’imbarco sulla m/n Oglasa in partenza alle ore 11,30, ultima nave utile per essere in orario al corso, dato che con la successiva delle 13,15 sarei arrivato troppo tardi. Mi sono quindi messo in coda lungo una corsia d’imbarco sul piazzale del molo 5, a quel momento certamente non molto affollato di veicoli e dove siamo rimasti fermi fino alle 11,15 circa, ora in cui il personale della nave ha iniziato a far salire a bordo. Man mano che auto e furgoni entravano ed il tempo passava, non potevo non notare una certa agitazione del personale addetto all’imbarco, che con il successivo arrivo di alcuni autotreni pochi minuti prima della partenza, e comunque indiscutibilmente dopo di me, faceva presagire che la nave sarebbe stata al completo, supposizione avvalorata anche da una loro certa concitazione nello scegliere i mezzi da imbarcare. Ho evitato come faccio sempre, di farmi avanti con insistenza, forte del fatto di avere regolare biglietto, e quindi ho atteso paziente il mio turno. Quando finalmente, dal marinaio mi è stato fatto cenno di salire però, ho potuto fare solo pochi metri, poiché da bordo veniva comunicato il “...tutto pieno...” e ad una utilitaria ed a me veniva chiesto di arretrare. Mentre mi veniva restituito il biglietto già staccato, ho immediatamente cominciato a protestare, facendone notare la regolarità, che riportava l’orario di emissione, (le ore 11,00 esatte), ed il fatto che erano stati fatti entrare veicoli arrivati dopo, (sicuramente almeno due autotreni e varie auto), e che quindi avrebbero dovuto far scendere chi per furbizia o perché paga di più di una vettura residente era stato messo in condizione di appropriarsi di un diritto illegittimo, ai danni di chi pazientemente ha atteso invano il suo turno. Senza dare troppo ascolto alle assurde giustificazioni del marinaio, che avrebbe fatto molto meglio ad ammettere lo sbaglio senza dire stupidaggini, ho aggirato la vettura che sostava dinnanzi a me, cercando di salire parzialmente sul portellone ancora abbassato ma, ritengo un’ufficiale della m/n, me lo ha impedito ponendosi davanti al mio veicolo. Il mio intento era di fermare la partenza che era stata precipitosamente comandata, per far valere il mio diritto di salire a bordo. Ho abbandonato così l’auto sul molo e a piedi mi sono spostato sul portellone ancora a terra; sempre protestando vivamente, mi sono seduto ed ho chiamato il 112, erano le 11,35 (dato registrato sul mio cellulare e facilmente verificabile presso la locale stazione dei Carabinieri). Al carabiniere di turno, ho esposto cosa stava accadendo, il quale, oltre a suggerirmi di calmarmi, mi ha detto che non potevo ritardare la partenza della nave e che per competenza, avrebbe girato la mia richiesta alla Capitaneria di Porto. Ho riagganciato la conversazione alle 11,38, ritornando alla vettura, mentre la nave salpava in tutta fretta, senza attendere l’arrivo dell’Autorità. Stanco di aspettare e decisamente arrabbiato, mi sono così recato presso la Capitaneria di Porto, dove ho esposto l’accaduto, nella speranza possano accertare le responsabilità per questa indecente ingiustizia di cui sono stato vittima. Successivamente sono tornato presso la biglietteria Toremar, dove l’impiegato, già informato dei fatti, ha potuto solo ammettere che avevo perfettamente ragione. Evidentemente o sono stati emessi troppi biglietti per quella corsa o il marinaio all’imbarco ha fatto salire chi non ne aveva diritto, e si era presentato con un biglietto relativo ad un altro orario. Entrambi i casi, comunque, denotano un comportamento a dir poco scorretto che non fa certo onore alla Toremar e da cui mi aspetto perlomeno delle pubbliche scuse, riservandomi di agire per vie legali.
traghetto Toremar